La storia passata e gloriosa / Gli antichi palazzi delle famiglie Zorzi

Palazzo Zorzi di Mel (Borgo Valbelluna - Belluno)[1]

 

L'antico palazzo Zorzi di Mel, ora palazzo del municipio, del comune di Borgo Valbelluna fu costruito nel 1510 e fu per secoli la sede della Magnifica Comunità di Mel.

Alla famiglia Zorzi venne concessa la contea zumellese dall'anno 1422, e nel 1622 lo zumellese Costantino Zorzi fu nominato consigliere del Serenissimo Ducal Dominio e portò la cittadina di Mel nelle grazie della Serenissima, il ritratto del ben voluto signore di Mel (dal 1619 al 1642) Costantino Zorzi, accanto a quello della madre Lucrezia Zorzi, realizzato nel 1593 da autore ignoto per riconoscenza dell'attività svolta nella Magnifica Comunità di Mel, troneggia nell'attuale ufficio del Sindaco della cittadina bellunese. Il palazzo inizia la linea continua di edifici che racchiudono la piazza nel lato occidentale, a tale linea appartiene anche il Palazzo delle Contesse. Di particolare interesse l'antico orologio della torre civica perfettamente funzionante.



[1] Fonti: Belluno Storia Architettura ed Arte Gigetto De Bortoli, Flavio Vizzuti, Istituto Bellunese Ricerche S., Belluno 1985.

Ritratti di Costantino Zorzi e si sua madre Lucrezia Zorzi, entrambi Signori di Mel.

I quadri sono esposti nel Palazzo delle Contesse di Mel. (dipinti del 1593, autore ignoto)

Palazzo Zorzi in Venezia[1]

Il palazzo Zorzi, conosciuto anche come palazzo Zorzi Galeoni o palazzo Zorzi a San Severo, è un palazzo storico di Venezia, ubicato nel sestiere di Castello a San Severo, tra la salizada Zorzi e il rio di San Severo. Storia: Marco Zorzi, soprannominato “Pinza d'Oro” per la sua fortuna e capacità negli affari, interviene verso la fine del Quattrocento per rifare interamente il palazzo preesistente, che era stato costruito su un terreno acquistato dai fratelli Giovanni e Francesco Zorzi alla fine del Trecento. La pianta di Jacopo de' Barbari del 1500 mostra il nuovo palazzo ancora in costruzione, ma si suppone che il progetto fosse stato affidato a Mauro Codussi (architetto, tra l'altro, della vicina chiesa di Santa Maria Formosa) poco dopo il 1480, visto che Codussi morirà nel 1504. Francesco Sansovinonel 1581 lo descrive come "il palazzo della famiglia Giorgia coperto di candidi marmi". Nel 1997 il palazzo viene acquistato dal Comune di Venezia e dopo cinque anni di restauri che cancellano ogni traccia delle antiche decorazioni interne, in pessimo stato dopo anni di incuria, dal 2002 è sede regionale dell'UNESCO. In questa sede è stata ospitata fino al 2015 l'Associazione dei Comitati Privati per la Salvaguardia di Venezia, diretta per 26 anni da Alvise Zorzi, discendente dalla stessa famiglia che ha fondato il palazzo. Descrizione: Spicca per il bianchissimo rivestimento di pietra d'Istria accanto al precedente gotico Palazzo Zorzi Bon e mostra linee già decisamente rinascimentali. Particolare la pianta angolare, che ha portato alla costruzione, rarissima a Venezia, di un portego (il salone principale) ad elle. Il palazzo, oltre ad un cortile interno con una vera da pozzo, anticamente comprendeva una ampia ala lungo la salizada, ora quasi interamente occupata dal ristorante "Al Giardinetto da Severino", che ostenta in una delle sale un camino antico decorato da un grande stemma Zorzi. Lo stesso cortile, ora del ristorante ed in passato sede di una bocciofila, era in origine il grande giardino del palazzo, a cui si accedeva da una balconata adiacente al portego.



[1] Fonti: G.Tassini, Curiosità Veneziane, sesta edizione con prefazione, note ed aggiunte di Elio Zorzi, Edizione Scarabellin, Venezia, 1933. Pag. 35 - G.Tassini, Di alcuni palazzi ed antichi edifici di Venezia, M.Fontana, 1879 - Francesco Sansovino,Venetia Città Nobilissima Et Singolare Venezia, appresso Iacomo Sansovino, 1581, pag.143 - Elena Bassi, Palazzi Di Venezia: Admiranda Urbis Venetae, Stamperia Di Venezia, 1987, pag.588 - Fr. Vincenzo Coronelli, Singolarità di Venezia, Accademia degli Argonauti, 1710 - Gianjacopo Fontana, Cento Palazzi di Venezia storicamente illustrati, Giuseppe Scarabellin, Venezia, 1934 - Jan-Christoph Rössler, I palazzi veneziani: storia, architettura, restauri, Scripta, 2010 - Archivio di famiglia Zorzi.

 

Palazzo Zorzi Bon (in Venezia)[1]

Il palazzo Zorzi Bon è un palazzo storico di Venezia ubicato nel sestiere di Castello.

Stretto tra il codussiano Palazzo Zorzi di San Severo, con cui era un tempo comunicante, e il Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa, il Palazzo Zorzi Bon sfoggia un'architettura trecentesca che, seppur modificata da interventi rinascimentali, conserva ancora una pentafora al piano nobile, sormontata da una quadrifora, entrambe archiacute. L’aggiunta del cognome Bon, che si ripete nella calle dell’Arco detta Bon che dava accesso alla porta da terra del palazzo, è dovuta all’affitto di un piano del palazzo da parte di un appartenente alla famiglia Bon[2].

Il palazzo, oggi diviso in appartamenti che ne hanno stravolto l’antica struttura, è stato l’ispirazione per il libro The Zorzi Affair della scrittrice statunitense Sylva Prince.



[1] Fonti: G.Tassini, Curiosità Veneziane, sesta edizione con prefazione, note ed aggiunte di Elio Zorzi, Edizione Scarabellin, Venezia, 1933. Pag. 35

[2] Secondo il Tassini, "La Calle dell'Arco, in Ruga Giuffa, è detta Bon, perché qui nel 1713, e nel 1740 abitava il N.U. G. Bon, pagando pigione al N.U Marin Zorzi. Crediamo che la famiglia Bon tenesse domicilio precisamente nel palazzo posto in fondo alla stessa calle, ricco di sculture e di marmi orientali"

Palazzo Zorzi Liassidi (in Venezia)[1]

Il palazzo Zorzi Liassidi è un palazzo storico di Venezia in stile gotico ubicato nel sestiere di Castello. Oggi ospita l'hotel Liassidi Palace Hotel.

Secondo lo storico Gianjacopo Fontana, le origini del palazzo sono da attribuire alla famiglia Donà del ramo “delle torreselle”, forse chiamati così per le torrette che ornavano il palazzo. Si ha notizia che fu venduto a Francesco Zorzi, figlio di Paolo, per 4 250 ducati nel 1436.

Un secolo e mezzo dopo Alvise Zorzi, figlio di Benedetto, ottenne il permesso per costruire un ponte verso la porta di terra. Francesco Sansovino, in Venetia Città Nobilissima Et Singolare" (1581), cita il palazzo sul Rio di San Lorenzo “di Luigi Giorgi (Alvise Zorzi, n.d.r.) Senatore integerrimo, con diverse bellezze, di marmo e di stucco, di Alessandro Vittoria”[2]

Alcune colonnine rovesciate dei tre balconcini del primo mezzanino, aggiunta settecentesca, hanno fatto soprannominare il palazzo “Zorzi dalle colonne storte”. Sempre il Fontana ricorda che da questo ramo della famiglia Zorzi discese Marino, 50º Doge di Venezia.

Il palazzo passò alla famiglia cipriota Liassidi e fu poi sede universitaria. Ora ospita l’albergo Liassidi Palace Hotel.



[1] Fonti: Francesco Sansovino, Venetia, citta nobilissima et singolare, Venezia, 1581 - Giuseppe Tassini, Curiosita` Veneziane, ovvero origini delle denominazioni stradali di Venezia., Venezia, Historical Print Editions, 2011, p. 349, ISBN 1-241-74055-0. - Giovanni Jacopo Fontana, Cento palazzi fra i più celebri di Venezia, Nabu Press, 2011, ISBN 1-247-25279-5.

[2] Lo storico Alvise Zorzi riteneva che tra queste ci fossero le sculture di terracotta di un giovane di casa Zorzi conservata oggi alla National Gallery of Art di Washington, quella di Angela Loredan Zorzi al Kunsthistorisches Museum di Vienna, e quella di un patrizio veneto, forse lo stesso Alvise Zorzi, al Louvre.

 

Palazzo Correr Contarini Zorzi (in Venezia)

Palazzo Correr Contarini Zorzi, affacciato sul Canal Grande tra Palazzo Querini Papozze e Palazzo Gritti, è un edificio di Venezia sito nel sestiere di Cannaregio. Il palazzo è noto anche come Ca' dei Cuori, data la presenza di questi ultimi in alcuni stemmi in ferro battuto presenti in facciata.

Costruito nel 1678 dove sorgeva un antico palazzo gotico, del quale sopravvivono solo le colonnine angolari, divenne dimora di molte nobili famiglie: eretto dai Correr, passò poi alle casate Soranzo, Zorzi e Contarini. In questo palazzo visse Antonio Correr, noto per essere stato uno dei pochi patrizi che si rifiutò di portare la parrucca, allora ritenuta uno status symbol caratteristico dei ceti nobiliari. Attorno al 1840 vi abitò Giovanni di Sebastiano: nel secolo successivo, quando il palazzo era dei de Mombell, venne aggiunta la terrazza che conclude la facciata.

L'edificio è stato recentementeristrutturato.

Il palazzo, che prospetta monumentalmente sul Canal Grande con maestosa facciata secentesca, è caratterizzato dalla presenza di due imponenti portali ad acqua monumentali, segnati da teste in chiave d'arco e composti da un'apertura principale circondata da quattro finestrelle quadrangolari: la loro posizione centrale non è però rispettata dalla forometria dei piani superiori.

I piani nobili sono due, di pari importanza e di uguale disegno: sono contraddistinti dalla presenza di una trifora a tutto sesto con balconcino, spostata a sinistra e affiancata da coppie di monofore, che proseguono anche su parte della facciata laterale. Fasce in pietra d'Istria evidenziano la disposizione simmetrica ed armoniosa degli elementi, mettendone in particolare risalto la precisione del disegno.

Elemento veramente notevole è sicuramente anche la balaustra bianca, che delimita un'estesa terrazza ed è sostenuta da una cornice dentellata. All'interno sono presenti affreschi neoclassici. (fonte[1])



[1] Fonti: Marcello Brusegan, I Palazzi di Venezia, Roma, Newton & Compton, 2007, ISBN 978-88-541-0820-2.