Dedica e Premessa

 

PERCHE' UN SITO INTERNET?

 

E' da molto tempo che mi frulla per la testa l'idea non solo di scrivere un libro ma di creare un sito internet dedicato alla mia famiglia: la famiglia DEGIORGI.

Non una semplice pagina di social network, un profilo dedicato ma un vero e proprio sito internet che illustra tutto quello che c'è da sapere sulla mia famiglia, sulle sue origini, sulla sua storia, sulle persone che vi fanno parte e su tutto quello che può essere di interesse comune che gira attorno ad essa.

Raccontarne la storia passata, quella sia con la "S" maiuscola che con la "s" minuscola, la storia che conta, quella che ha visto protagonisti uomini e donne della mia famiglia, quello che hanno fatto in passato, il segno che hanno lasciato, nel bene e nel male, in tutto e per tutto. 

Io sono un appassionato di genealogia fin dai tempi della mia adolescenza ed oggi, a distanza di molti anni (ne ho quasi 50), senza pretesa alcuna, senza mire particolari o manie di protagonismo eccomi sono qua: racconto della mia famiglia, racconto di me stesso, racconto storie vere, accadute realmente ed è proprio il bello di sapere, conoscere, cercare, ricercare, scoprire cose fantastiche, preziose, care e ricordi indelebili di un passato così affascinante da diventare una vera e propria STORIA DI FAMIGLIA.

Attraverso una ricerca durata oltre 30 anni, seppur con molti periodi di pausa, sono venuto a conoscenza di fatti unici, straordinari quanto la vita di tutte quelle persone che non ho conosciuto (perchè vissute secoli fa) ma che ho sentito parte integrante della mia vita fin dalle prime parole che ho scritto su di loro.

Attraverso appunti, pagine e pagine di quaderni poi riversate su un computer per archiviarli e gestirli meglio, sono arrivato a scoprire l'esistenza di circa un migliaio di nomi (non esagero) per i quali ho cercato di scoprire più notizie possibile ed avere un quadro storico ampio e preciso, per una fedele ricostruzione di fatti quotidiani vissuti.

 

Ho parlato della famiglia Degiorgi che anticamente era Giorgi nel pavese, Zorzi nell'antica Repubblica Veneta, Đurđević e Žurgović nella vicina ex Dalmazia ora Croazia.Origine comune dai Duchi di Moravia e di Slesia, dal capostipite cavaliere Giorgio dal lontano 411 d.C. fino ai giorni nostri.

Purtroppo non ho il collegamento fino a lui, magari, ma attraverso tutta la storia che ho appreso consultando libri (sia cartacei che online), numerosi archivi storici, biblioteche, siti internet e varie letture su questi argomenti storici, ho messo in bella una "storia bella", una storia che sa di "antico" ma che, nel contempo, prufuma di "casa".

 

Non voglio parlare di me, potrei presentarmi ma non lo faccio. Durante il viaggio virtuale attraverso la consultazione di questo sito, parlerò anche di me, ma al momento giusto, passando dal passato fino ai giorni nostri, cercando di non scavalcare i tempi, le epoche e le persone che vi hanno vissuto.

 

Chi potrà consultare questa ricerca? Tutti coloro che avranno voglia di leggerla, indistintamente, senza fare eccezioni o esclusioni.

Sarà una ricerca pubblica dove si potranno attingere informazioni sulle persone del mio passato ma che è un passato comune, un passato fatto di gente comune, di storie semplici ma nello stesso tempo straodinarie ed uniche, affascinanti e piene di semplicità.

 

Ed eccomi qui, finalmente, terminato il mio lavoro. Ora è tutto scritto così da poterlo tramandare ai posteri, a mio figlio, ai suoi figli, ai suoi nipoti e a tante generazioni dopo di me. Un libro sulla storia di una famiglia è un libro, ritengo, senza tempo, un libro infinito, infinito quanto la vita stessa dell'uomo.

 

Carlo Degiorgi

 

 

 

Dedicato a …

 

Questo "sito" é dedicato a chi vuol saper di più

sulle storie di famiglia che richiaman vivi e fu.

Ripercorreremo il tempo, secoli e generazioni,

proveremo insiem leggendo tutto un mondo di emozioni.

 

Nelle storie vecchie e nuove, quante cose, quanto vivere,

gran lavoro di ricerca, molte notti ho perso a scrivere.

 Sto’ diletto mio, si sa, la passione non mi manca

ma su quel che v’ho da dir, questa voce un po’ si stanca

 

Ho voluto quindi scriver, non avaro di parole

Raccontare fatti e tante storie, lo sapete, non mi duole.

Le notizie erano tante, troppa carta avevo appresso

che ho dovuto riordinarla … quanti anni che c’ho messo.

 

Leggi leggi amico mio, non ne resterai deluso,

anche se non sei dei nostri, non considero l’abuso.

Ma se sei della famiglia e uno sguardo tu non porgi

sarai men considerato di uno che non é Degiorgi.

 

L’autore

Carlo Degiorgi

 

 

 

 

“I due giorni più importanti della vita sono quello 

in cui sei nato e quello in cui capisci perché” 

(Mark Twain)

 

 

PREMESSA

 

Un’avventura iniziata per caso, per curiosità: non saprei, ancora oggi raccontare il vero motivo che mi ha spinto ad intraprendere questa ricerca sulla famiglia Degiorgi, diventata poi anche una sorta di libro di storia sui vari luoghi dove la mia famiglia ha vissuto nel corso dei secoli. Ora cercherò di spiegare al lettore (spero attento e non distratto) come é iniziata questa mia avventura.

Non vi sembri lugubre il fatto ma, in un giorno di primavara del 1986 (non ricordo precisamente quale), andai a far visita al cimitero di Pieve del Cairo insieme a mio padre; lessi su una piccola lapide bianca i nomi di tre persone con il mio stesso cognome (vedi qui a lato la foto). Colto dalla curiosità di un 15enne che fino a quel momento non aveva mai manifestato questo tipo di interesse, chiesi a mio padre chi fossero queste persone e lui, mettendomi una mano sulla spalla, mi rispose semplicemente così: “sono nonno, padre e figlio”.

Mio padre poi, quando arrivammo a casa, fu più preciso e mi spiegò tutto in modo dettagliato. Nei mei confronti (partendo dall’ultimo) sarebbero stati: prozio (Pietro era il fratello di mio nonno Luigi), bisnonno (Giovanni, il padre di Pietro e di mio nonno) e trisavolo (Felice, il nonno di Pietro quindi, il nonno di mio nonno). Da quel momento si accese in me una lampadina ed ebbi un unico desiderio: andare oltre questi nomi per rinvenire più informazioni possibili sulla mia famiglia, non ancora pienamente consapevole di cosa stavo per affrontare. Volevo capire chi fossero i Degiorgi prima di Felice che, al momento, era la persona più lontana da me, il mio trisavolo, che tra l’altro, visse addirittura 90 anni. Dovetti aspettare un po’ prima di iniziare quest’avventura, dovevo “assorbire” notizie dalle persone viventi, fare il punto della situazione prima di intraprendere un viaggio nel tempo che sarebbe durato, anche con lunghi periodi di pausa, senza esagerare, quanche decennio.

Nutrivo un interesse particolare, un hobby singolare per un adolescente ma, nonostante questo, non mi sentivo assolutamente diverso dagli altri ragazzi, anzi, mi sentivo bene e desideravo iniziare questo lavoro il prima possibile, con tanta impazienza e curiosità, tipiche di un ragazzino della mia età.

L’anno dopo, il 1987, fu il momento decisivo per iniziare queste ricerche: era finita la scuola ed erano iniziate le vacanze estive, ero stato promosso ed avevo quindi tantissimo tempo da dedicare a questo nuovo interesse; pertanto, sentendo prima i vari sacerdoti della zona perchè fossero disponibili ad aiutarmi per le mie ricerche, mi buttai a capofitto sui polverosi volumi degli archivi parrocchiali e in quel momento il mondo dei nomi si aprì davanti a me come uno scrigno ricco di tanti tesori che, uno per uno, avrebbero trovato la giusta collocazione in questo libro.

La documentazione anagrafico-storica sulla famiglia Degiorgi é stata seguita per molto tempo da una estenuante ricerca tra gli atti parrocchiali di tanti paesi ma soprattutto di Pieve del Cairo, di Gallia (frazione di Pieve del Cairo), di Cairo, di Borgofranco (ora Suardi) e di altri luoghi in cui i miei antenati hanno lasciato qualcosa, anche una minima traccia. Questi documenti hanno dato ampia possibilità di ricerca attraverso gli atti di battesimo, di matrimonio, di morte e gli “[1]stati delle anime”. Le parrocchie che ho visitato, eccetto le limitrofe, sono state davvero tante. Tutto questo vagare di archivio in archivio ha sviluppato una considerevole quantità di notizie, dati, nomi, documenti che hanno reso possibile la stesura di questo volume. Anche il web ha avuto la sua importanza, la corrispondenza via mail con gli archivi parrocchiali difficili da raggiungere perché lontani, ha dato ampio margine di informazioni ed un grande aiuto. Ho avuto a che fare con tantissime persone, chi è stato gentile, chi meno ma tutti hanno contribuito a “tessere la tela” di questo enorme lavoro e a costruire, pezzo per pezzo, un albero genealogico grande quanto un lenzuolo. Sono andato a ritroso nel tempo per costruire un qualcosa per me che in un futuro spero possa incuriosire qualche mio postero (chissà, mio figlio magari, i miei nipoti più avanti). Ma non mi sono voluto limitare a questo: ho voluto, per ogni individuo, sapere il maggior numero di cose possibili perché ognuno di loro avesse un piccolo spazio di storia su questo volume. Il libro che sto scrivendo, del quale sono soltanto ai pensieri introduttivi, non vorrei mai stamparlo perché una volta impresso sulla carta avrà bisogno subito di modifiche: una notizia mancante che viene in mente, alcune curiosità che sono state dimenticate, appunti lasciati in un angolo che ritenevo inutili e che magari, poi saranno indispensabili. Mentre scrivo penso a tutto questo come una storia eterna, eterna quanto la storia della nostra vita.                                                                                                                                                                                       

Carlo Francesco Degiorgi



[1] Status Animarum (stati delle anime) erano dei registri che, in seguito al Concilio di Trento (1545-1563), i parroci erano tenuti a compilare regolarmente: in essi erano registrati dati anagrafici e religiosi dei parrocchiani, pertanto possono essere considerati una sorta di censimento organizzato della popolazione. Essi pertanto registravano i parrocchiani per nuclei familiari secondo l'itinerario delle visite. Generalmente, di ciascun parrocchiano, erano riportati nome e cognome, età e la condizione rispetto ai sacramenti cioè se avevano ricevuto il battesimo, la comunione e cresima.