La storia passata e gloriosa / La Famiglia Žurgović - Djordjic, Đurđević

La Famiglia Giorgi - Žurgović - Djordjic, Đurđević (il ramo slavo)
La famiglia Giorgi (nelle fonti anche De Giorgi, Georgio, Zorzi o Çorçi, in età rinascimentale anche latinizzato in de Georgiis, successivamente in croato anche Žurgović, più recentemente anche Đurđević (Gjurgjević) fu una delle più importanti famiglie nobili della Repubblica di Ragusa[1].
Faccio una “non brevissima” premessa sui nomi e sui cognomi slavi:
Riflettendo la duplice influenza romanzesca e slava sulla cultura ragusana, la maggior parte delle famiglie nobili ragusee, così come i membri della classe cittadina, usavano sia le versioni romanze che slave del loro nome e cognome, specialmente dal tardo medioevo in poi, mentre le classi inferiori per lo più usavano solo nomi slavi. Alcuni usavano esclusivamente una versione del nome della loro famiglia, ad esempio le famiglie nobili Natali e Zlatarić. Poiché la lingua ufficiale della Repubblica era sempre dal gruppo linguistico romanzesco, i registri ufficiali registrano i cognomi quasi esclusivamente in quelle versioni, sebbene nei documenti più antichi i primi nomi si trovino in slavo. I membri delle famiglie nobili, anche quelle originariamente di discendenza slava, usavano le forme slave dei loro cognomi in veste non ufficiale in opere letterarie scritte in slavo, e in veste ufficiale solo nei trattati che lo Stato ragusano firmò con i suoi vicini stati slavi in la loro lingua e scrittura. Nell'uso quotidiano della classe nobile, più comunemente il nome era in slavo e il cognome in italiano, una pratica tradizionale che è continuata fino ad oggi, e trasformata in ufficiale. Quando nelle fonti compare solo la versione romanzesca del nome o del cognome. Quando più persone avevano lo stesso nome e cognome, era usanza ragusana aggiungere il nome del padre nel caso genitivo, cambiando anche la declinazione del cognome (in ragusano il caso genitivo per sostantivi che terminano in -o è -a), ad esempio c'erano due persone chiamate Đivo Gundulić , quindi una era chiamata Đivo Frana Gundulića , e l'altra Đivo Nika Gundulića (nella letteratura moderna questo è talvolta indicato con il determinante possessivo -ov, quindi Franov , Nikov , tradotto in inglese come Frano's , Niko's). Quando si traduceva questo in latino, il caso genitivo è stato mantenuto, ad esempio Joannes Francisci Gundulae , tuttavia, quando si traduceva in lingue in cui i nomi non hanno casi grammaticali (come l'italiano) è stato scritto come effettivamente un secondo nome ( Giovanni Francesco Gondola ). È importante differenziarlo dai secondi nomi effettivi, come Roger Joseph Boscovich , un esempio in cui i nomi erano anche anglicizzati.
Alcuni esempi di versioni romanze e slave dei cognomi:
Bassegli, Basilio – Basiljević; Bobali, Babalio – Bobaljević; Bona – Bunić; Bonda – Bundić; Caboga – Kabužić; Cerva, cervinus – Crijević; Ghetaldi – Getaldić; Giorgi - Djordjic, Đurđević; Gondola – Gundulić; Gozze – Gučetić; Gradi – Gradic; Luccari – Lukarević; Menze – Menčetić; Palmotta – Palmotić; Pozza – Pucić; Resti - Rastić, Restić; Sorgo – Sorkočević; Stay – Stojković; Zamagna - Zamanja, Zamanjić
Secondo un'antichissima e più accreditata tradizione, i Giorgi provennero a Ragusa da Roma, ove una famiglia Giorgi risultava iscritta ab antiquo fra la nobiltà; secondo lo studioso Konstantin Jireček avrebbero potuto invece essere di ascendenze cattarine: nelle fonti infatti è citato un Jacobus Georgii de Catarino (fine del XIII secolo), chiamato anche Jacobus Georgii comitis Triphonii. Nel corso dei secoli, i Giorgi si suddivisero in vari rami, fondendosi con le altre famiglie nobili di Ragusa. Uno dei palazzi della famiglia Giorgi a Gravosa presso Ragusa.
Nel 1370 i Giorgi risultano iscritti nel libro d'oro della Repubblica di Genova. Un Damiano de Giorgi fu al servizio del re ungherese Mattia Corvino, ricevendo l'attribuzione di grandi possedimenti e il diritto di inserire nel proprio stemma il corvo reale. Lungo tutta la storia della Repubblica di Ragusa, i Giorgi furono sempre fra le casate più ricche ed influenti, ricoprendo nei secoli XIV e XV il 6,50% del totale delle più importanti cariche pubbliche. Fra il 1440 e il 1640 i Giorgi contarono 109 membri del Maggior Consiglio, pari al 4,95% sul totale. In questi duecento anni, ottennero anche 203 cariche senatoriali (6,21%), 163 volte la carica di Rettore della Repubblica (6,84%), 173 rappresentanti nel Minor Consiglio (6,33%) e 41 volte la carica di Guardiano della Giustizia (4,99%). L'Almanacco di Gotha[2] li enumera fra le undici famiglie del più antico Patriziato Sovrano Originario della Repubblica ancora residenti in città alla metà del XIX secolo. Il ramo principale della famiglia risulta estinto a Ragusa nel 1897, i conti Giorgi-Bona. Alcuni rami dei Giorgi arrivarono in Italia.
[1] La Repubblica di Ragusa (nota anche come repubblica ragusea o, dal nome del suo santo protettore, repubblica di San Biagio) è stata una repubblica marinara dell'Adriatico, esistita dal X secolo al 1808, luogo ricco di storia ed avvenimenti importantissimi. La sua capitale era la città di Ragusa in Dalmazia; il suo territorio fa oggi parte della Croazia e in minima parte del Montenegro (Sutorina) e della Bosnia ed Erzegovina (Neum). Ora l’antica Ragusa si chiama Dubrovnik.
[2] L'Almanacco di Gotha (in francese: Almanach de Gotha, in tedesco Gothaischer Hofkalender) è un almanacco genealogico delle case regnanti e delle più importanti famiglie aristocratiche d'Europa, pubblicato dal 1763 al 1944, e nuovamente dal 1998. L'Almanacco deve il suo nome al luogo di pubblicazione originario, la cittadina tedesca di Gotha, già capitale del Ducato di Sassonia-Gotha-Altenburg. La pubblicazione di tale opera ebbe inizio nel 1763, sotto il regno di Federico III di Sassonia-Gotha-Altenburg su iniziativa di Johann Christian Dieterich il quale tuttavia riprese l'idea di redigere un almanacco di corte da Emanuel Christoph Klüpfel. Dal 1775 venne stampata da Carl Wilhelm Ettinger. In seguito i diritti di stampa vennero acquisiti per un periodo quindicennale da Justus Perthes già socio in affari di Ettinger e fondatore eponimo della casa editrice Justus Perthes Verlag. Solo a partire dal 1816 tuttavia il nome della casa editrice poté apparire sulle edizioni dell'opera. L'almanacco vide la sua struttura e i suoi contenuti evolversi ed espandersi, includendo oltre ad informazioni dettagliate relative alle case regnanti europee, anche informazioni su famiglie aristocratiche non sovrane, sugli Ordini cavallereschi e nonché dati statistici e ragguagli su tutti i Paesi del mondo.

Conti di Ragusa in rappresentanza della Repubblica di Venezia [1]
1249 - 1252 Marino De Giorgi (Marsilio)
1281 - 1283 Giovanni De Giorgi
Rettori della Repubblica di Ragusa [2]
1586 Niccolò de Giorgi Niko Đurđević
1765 Luca de Giorgi Lukša Đurđević
1768 Savino de Giorgi Sabo Đurđević
1774 Luca de Giorgi-Bona Lukša Đurđević-Bunić
1797 Marino de Giorgi Marin Đurđević
1808 Simone de Giorgi [3] Šimun Đurđević
1814 Niccolò de Giorgi Niko Đurđević
Fonti[4]
Donato Giorgi da Ragusa (? - 1492)
Domenicano, fu vicario generale della provincia domenicana della Dalmazia. Insegnò con sommo plauso la teologia a Padova dal 1458 al 1462 e nel 1481 venne scelto Vescovo di Trebigne e Mercana[5]. Morì nel 1492 lasciando indubbie prove della pietà e della dottrina.
Gian Battista Giorgi da Ragusa
consacrato Vescovo di Stagno[6] declamò alla presenza del Papa Paolo V e ad altri dottissimi uomini una lunga orazione greca da lui composta. Fu vescovo dal 1606 all’anno della sua morte, il 1608.
Stefano Giorgi (1579 - 1632)
Poeta e scrittore, condusse una vita molto turbolenta, venendo pure coinvolto in una celebre congiura per rovesciare il governo della Repubblica.
Bernardo Giorgi di Ragusa (? - 1687)
Gesuita e canonico della Cattedrale di Ragusa, fu poeta e cultore di storia. Morì in patria nel 1687. Ha lasciato una collazione di documenti dal titolo Monumenta varia Cathedralis Ragusinae e vari componimenti inediti, la “Vita di Francesco Perotto arcivescovo di Ragusa”, molte “erudite lettere” scritte a Stefano Gradi, “Collectio Proverbiorum Illyricorum” e molte altre poesie.
Sigismondo Giorgi da Ragusa
distinto letterato, gran teologo e buon poeta. Visse nel pieno ‘500 e nel 1601 uscì con un’operetta Illirico-Italiana a Roma: “Orazioni di un penitente contrito”.
Stefano Giorgi (Ghiman) da Ragusa
morì alla fine del 1600 (non si sa precisamente l’anno), le molte sue produzioni poetiche andarono smarrite. Resta soltanto la versione dei sette salmi penitenziali impressa in Padova nel 1686 presso Giuseppe Sardi.
[1] Conti di Ragusa in rappresentanza della Repubblica di Venezia (1205-1358)
Per oltre centoncinquant'anni la Repubblica di Venezia, detenne il controllo stabile di Ragusa. Essi erano quasi tutti di origine veneziana (salvo rarissime eccezioni) e molti di loro divennero in seguito dogi di Venezia.
Cronotassi: 1196 - 1198 Marino Morosini, 1204 - 1206 Lorenzo Querini, 1206 - 1207 Giovanni Dandolo (prima elezione), 1211 - 1215 Giovanni Dandolo (seconda elezione), 1217 - 1221 Giovanni Dandolo (terza elezione), 1221 - 1223 Damiano Guida, 1223 - 1229 Zellovello, 1229 - 1230 Giovanni Michieli, 1230 Andrea Dauro, 1230 - 1232 Giovanni Dandolo (quarta elezione), 1232 - 1232/33 Giovanni Dandolo (quinta elezione), 1232/1233 - 1235 Teodoro Croce e Petar Ballislav, 1235 - 1237 Giovanni Tiepolo, 1237 - 1239 Nicolo Tomistio e Andija Dobranc, 1239 - 1249 Nicolo Tonisto, 1249 - 1252 Marino De Giorgi (Marsilio), 1252 - 1260 Marco Dandolo, 1260 - 1262 Giovanni Tiepolo, 1262 - 1264 Tristano Pontestorto, 1264 - 1266 Marino Contarino, 1266 - 1268 Piero Tiepolo (prima elezione), 1268 - 1270 Iacomo Dossodoro, 1270 - 1272 Marco Iustiniano (prima elezione), 1272 - 1273 Marino Badoer, 1273 - 1275 Piero Tiepolo (seconda elezione), 1275 - 1277 Andrea Venier, 1277 - 1278 Marco Iustiniano (seconda elezione), 1278 - 1279 Marco Geno, 1279 - 1281 Niccolò Morosini (Mauriceni), 1281 Egidio Querini, 1281 - 1283 Giovanni De Giorgi, 1283 - 1284 Michele Morosini, 1284 - 1286 Niccolò Querini, 1285 - 1291 Andrea Dandolo, 1291 - 1292 Marino Badoer, 1292 - 1296 Marino Morosini, 1296 - 1298 Marino Geni, 1298 - 1299 Andrea Dauro (prima elezione), 1299 - 1301 Marco Cornaro (Corner), 1301 - 1302 Iacopo Candalmir, 1302 Marino Badoer, 1302 - 1305 Andrea Dauro (seconda elezione), 1305 - 1306 Benedetto Falliero, 1306 - 1308 Andrea Dauro (terza elezione), 1308 - 1309 Bartolomeo Gradenigo (prima elezione), 1309 - 1311 Pietro Michieli, 1311 Andrea Marcello, 1311 - 1312 Bartolomeo Gradenigo (seconda elezione), 1312 - 1314 Pietro Geni, 1314 - 1317 Paolo Morosini, 1317 - 1318 Ugolino Iustiniano (prima elezione), 1318 - 1320 Bartolomeo Gradenigo (terza elezione), 1320 - 1322 Ludovico Morosini (prima elezione), 1322 - 1325 Paolo Trevisan, 1325 Ugolino Iustiniano (seconda elezione), 1325 - 1327 Biagio Geni, 1327 - 1328 Baldovino Dolfin, 1328 - 1331 Ludovico Morosini (seconda elezione), 1331 - 1333 Niccolo Fallier, 1333 - 1334 Cristoforo Geni, 1334 - 1337 Iacopo Gradenigo, 1337 - 1339 Filippo Belegno, 1339 - 1342 Ugolino Iustiniano, 1342 Giovanni Foscari, 1342 - 1343 Leonardo Morosini (prima elezione), 1343 - 1346 Marco Morosini, 1346 Leonardo Morosini (seconda elezione), 1346 Filippo Horio, 1346 - 1348 Filippo Bellegno, 1348 - 1350 Pietro Iustiniano, 1350 - 1354 Niccolo Volpe, 1354 Niccolò Barbarigo, 1354 - 1358 Marco Soranzo (Superanzo)
[2] Rettori della Repubblica di Ragusa (1358-1808):Sull'esempio della vicina Repubblica di Venezia, Ragusa, ottenuta l'indipendenza, istituì una forma di governo dogale definita Rettorato. Tutti rettori furono nobili (patrizi) ragusei eletti dal Consiglio Maggiore raguseo (dopo la serrata del 1332 - assemblea della nobiltà maschile ragusea con più di 21, dal 1667 - 18 anni; e supremo organo legislativo della Repubblica). Dal 1358 al 1808, per evitare che per un lungo periodo in carica un patrizio tentasse la via del potere personale, rettori durarono in carica un solo mese, di modo che la Repubblica contò lungo la sua storia oltre 5000 rettori. Tra parentesi sono indicati gli anni di rettorato. La lista è grandemente incompleta.
1358 - ? Nicola de Sorgo, ..., 1370 - 1390 Marco de Bobali (eletto rettore per 3 volte), ..., 1403 - 1417 Vittorio de Bobali, ..., 1500-1501 Giunio Andrea de Bobali e Simone de Benessa, 1501-1502 Bernardo de Bona, 1502-1503 ?, 1503-1504 Giunio Andrea de Bobali e Simone de Benessa, 1504-1505 ?, 1505-1506 Francesco Andrea de Bobali, 1506-1507 Giunio Andrea de Bobali, 1507-1508 ?, 1508-1509 ?, 1509-1510 Luca de Bona e Antonio de Bona, 1510-1511 ?, 1511-1512 Antonio de Bona, 1512-1513 ?, 1514-1515 Antonio de Bona, 1515-1516 ?, 1516-1517 ?, 1517-1518 Antonio de Bona, 1518-1519 ?, 1519-1520 ?, 1520-1521 Antonio de Bona, 1521-1522 Giacomo de Bona, 1522-1523 Bartolo de Bona, 1523-1524 Antonio de Bona e Giacomo de Bona, 1524-1525 ?, 1525-1526 Luiggi de Bona e Bartolo de Bona, 1526-1527 Antonio de Bona e Giacomo de Bona, 1527-1528 Luiggi de Bona, 1528-1529 Matteo Francesco de Bobali, 1529-1530 Luiggi de Bona e Francesco de Bona, 1530-1531 Michele Giunio de Bobali, 1531-1532 Damiano de Benessa e Francesco de Bona, 1532-1533 Luiggi de Bona e Giacomo de Bona, 1533-1534 ?, 1534-1535 Damiano de Benessa, Matteo Francesco de Bobali, Luiggi de Bona e Francesco de Bona, 1535-1536 Zuppano de Bona e Girolamo de Bona, 1536-1537 Michele Simone de Bobali e Francesco de Bona, 1537-1538 Damiano de Benessa e Matteo Francesco de Bobali, 1538-1539 Francesco de Bona, Elio de Bona e Girolamo de Bona, 1539-1540 Matteo Francesco de Bobali e Michele Simone de Bobali, 1540-1541 ?, 1541-1542 ?, 1542-1543 Michele Giunio de Bobali, 1543-1544 Matteo Francesco de Bobali, 1544-1545 ?, 1545-1546 Michele Simone de Bobali, 1546-1547 Matteo Francesco de Bobali e Bernardo de Bona, 1547-1548 Zuppano de Bona, 1548-1549 ?, 1549 Matteo Francesco de Bobali, 1549 - ? Pasquale Francesco de Cerva, ?-1555 Zuppano de Bona, ?, ?-1559 Geronimo Sigismondo de Bobali, 1559 Giunio Michele de Bobali, 1559-1560 Luciano de Bona (eletto rettore per 8 volte), 1561-1562 Giunio Michele de Bobali e Lorenzo Michele de Bobali, 1562-1563 Simone de Bobali (eletto rettore per 3 volte), 1563-1564 ?, 1564-1565 Lorenzo Michele de Bobali, 1565 Giunio Michele de Bobali, 1565-1567 ?, 1567-1568 Nicolò Vito di Gozze (Niccolò Vitale de Gozze), 1568-1569 Giunio Michele de Bobali, 1569-1570 Nicolò Vito di Gozze (Niccòlo Vitale de Gozze), 1570 Lorenzo Michele de Bobali, 1570-1571 Jacopo Antonio de Benessa, 1571-1572 Giunio Michele de Bobali, 1572-1573 Jacopo Antonio de Benessa, 1573-1575 Giunio Michele de Bobali, 1575 Jacopo Antonio de Benessa, 1575-1576 Nicolò Vito di Gozze (Niccolò Vitale de Gozze), Giorgio de Menze, 1576-1577 Antonio de Bona, Geronimo de Ghetaldi, 1577-1578 Natalis de Proculo, 1578-1579 Jacopo Antonio de Benessa, 1579-1580 Antonio de Bona, Vladimiro de Menze, 1580 Luciano de Bona, 1584 Trojan Cerva, 1585-1586 ?, 1586 Niccolò de Giorgi, 1587 ?, 1587-1588 Giovanni de Binciola, 1588-1589 Matteo de Benessa, Pietro de Benessa, Aloysius de Saraca, Pietro de Cerva, 1591 Geronimo de Buchia, 1592 Aloysius de Saraca, ?-? Francesco de Gondola, 1611 Francesco de Caboga, 1612 Biagio de Gondola, ?, 1651 Luciano de Caboga, 1652 Luca de Sorgo, 1653 Savino de Bona, 1654 Francesco de Ghetaldi, 1655 Marino de Proculo, ?-1658 Giovanni Serafino de Bona (Ivan Bunić Vučić) (eletto rettore per 5 volte), ?, 1660-? Luca de Gozze, 1661 Marino de Proculo, 1662 Francesco Sigismondo de Sorgo, 1663 Benedetto de Bona, 1664 Simone de Menze, 1665 Luca de Resti, 1667 Simone de Ghetaldi, Michele de Menze, 1668 ?, 1669 ?, 1670 Marino de Sorgo, 1671 Giovanni Matteo de Ghetaldi, 1672 Geronimo de Menze, 1680 Clemente de Menze, 1681 Matteo de Bona, 1682 Niccolò de Binciola, 1683 Clemente de Menze, ?-1684 Stefano de Tudisi, Sigismondo de Gondola, ?-? Matteo de Gondola, ..., 1696-1700 Giovanni Sigismondo de Gondola, 1703 Giunio de Gozze, 1706 Giovanni de Menze, 1707 Francesco de Tudisi, 1708 Gunio de Gozze, 1709 Giovanni de Menze, 1710 Luca Marino de Sorgo, 1726 Giovanni de Gozze, 1727 Giovanni de Basilio, 1728 Vladislavo de Sorgo, 1729 Giovanni de Gozze, 1730 Giunio de Resti, 1761 Giovanni de Sorgo, 1762 Matteo de Zamagna, 1763 Michele de Zamagna, Balthazaro de Gozze, 1764 Niccolò de Proculo, 1765 Luca de Giorgi, 1767 Antonio de Resti, 1768 Savino de Giorgi, 1769 Seraphino de Sorgo, 1770 Marino de Natali, Giovanni Raffaele de Gozze, 1773 Niccolò de Proculo, 1774 Luca de Giorgi-Bona, 1775 Martoliza de Bosdari, 1776 Luca de Zamagna, 1777 Balthazaro de Gozze, 1797 Marino de Giorgi, 1798 Giovanni de Basilio, Clemente de Menze, Antonio Marino de Caboga, Matteo de Zamagna, 1800 Raffaele de Gozze, Marino de Bona, 1801 Francesco de Gozze, 1802 Matteo de Ghetaldi, Martolizza de Cerva, 1808 Simone de Giorgi
[3] Rettori e Governatori austriaci di Ragusa (1813-1816): Il territorio della Repubblica (abolita dai francesi nel 1808) fu occupato dall'Impero austriaco nel 1814 ed annesso allo stesso dopo il Congresso di Vienna, nel 1816 fece parte dell'austriaco Regno di Dalmazia. 1813-1814 Biagio de Caboga, governatore provvisorio di Ragusa, 1814-1816 intendente provvisorio austriaco di Ragusa, 1813 Francesco de Bona, governatore provvisorio di Ragusavecchia, 1813-1815 Girolamo de Natali, governatore provvisorio delle isole di Calamotta, Isola di Mezzo e Giuppana, 1814 Giovanni de Caboga, Niccolò de Pozza-Sorgo, Niccolò de Giorgi, Francesco de Bona; commissione straordinaria eletta dall'ultima assemblea della nobiltà ragusea (Consiglio Maggiore), 1814-1815 Simone de Giorgi (seconda elezione), sindaco e podestà di Ragusa nell'Impero austriaco
[4] Francesco Maria Appendini, Notizie istorico-critiche sulle antichità storia e letteratura de' Ragusei, Dalle stampe di Antonio Martecchini, Ragusa 1803 - Renzo de' Vidovich, Albo d'Oro delle famiglie nobili patrizie e illustri nel Regno di Dalmazia, Fondazione Scientifico Culturale Rustia Traine, Trieste 2004 - Simeone Gliubich, Dizionario biografico degli uomini illustri della Dalmazia, Vienna-Zara 1836 - Giorgio Gozzi, La libera e sovrana Repubblica di Ragusa 634-1814, Volpe Editore, Roma 1981 - Robin Harris, Storia e vita di Ragusa - Dubrovnik, la piccola Repubblica adriatica, Santi Quaranta, Treviso 2008 - Konstantin Jireček, L'eredità di Roma nelle città della Dalmazia durante il medioevo, 3 voll., AMSD, Roma 1984-1986
[5] La diocesi di Trebigne-Marcana (in latino: Dioecesis Tribuniensis-Marcanensis) è una sede della Chiesa cattolica in Bosnia ed Erzegovina suffraganea dell'arcidiocesi di Sarajevo. È retta dall'amministratore apostolico Ratko Perić. La diocesi comprende la parte meridionale dell'Erzegovina. La diocesi di Marcana si estendeva originariamente su un gruppo di cinque isole disabitate del mare Adriatico, fra cui l'isola di Marcana. Sede vescovile è la città di Trebigne, dove si trova la cattedrale della Natività di Maria. Cronotassi dei vescovi di TrebigneAnonimo † (? - 23 maggio 1250 †), Salvio † (prima del 1268 - 5 dicembre 1276 nominato arcivescovo di Ragusa), Niccolò, O.F.M. † (menzionato nel 1322), Bonifacio † (? - 6 febbraio 1344 nominato vescovo, di Sebenico), Giovanni de Mobili, O.Cist. † (20 giugno 1345 - ? †), Giovanni de Rupella, O.Carm. † (18 maggio 1349 - 13 maggio 1351 nominato vescovo di Potenza), Matthias Hohenmaut, O.Cist. † (31 luglio 1355 - ? †), Nikolaus von Paden, O.E.S.A. † (29 ottobre 1371 - ?), Johannes †
Vescovi di Trebigne e Marcana;Jacobus † (11 luglio 1391 - ?), Joannes Masdrach, O.P. † (17 dicembre 1417 - ? †), Domenico da Ragusa, O.P. † (4 luglio 1425 - ? †), Michele Natale † (6 agosto 1436 - ? †), Biagio, O.P. † (20 ottobre 1464 - ?), Donato de Giorgi, O.P. † (17 dicembre 1481 - ? †), Giorgio, O.S.B. † (19 luglio 1493 - 1513 †), Agostino de Nabe, O.P. † (6 marzo 1514 - ? †), Francesco Pozzo, O.P. † (28 febbraio 1528 - ? †), Tommaso Cervino, O.P. † (16 novembre 1532 - 2 dicembre 1541 nominato vescovo di Stagno), Giacomo Luccari, O.F.M. † (20 luglio 1563 - ? †), Simeone Metis † (3 ottobre 1575 - ? †), Tommaso Nadal † (25 ottobre 1606 - ? †), Ambrogio Gozzeo † (15 giugno 1609 - 23 marzo 1615 nominato vescovo di Stagno), Crisostomo Antichi † (2 o 16 dicembre 1615 - ? †), Savino Florian, O.F.M. † (16 settembre 1647 - dicembre 1661 †), Scipione de Martinis † (9 aprile 1663 - 31 dicembre 1668 dimesso), Antonio Primi, O.F.M. † (15 luglio 1669 - 1702 †), Antonio Righi † (16 luglio 1703 - 12 febbraio 1727 dimesso), Francesco Girolamo Bona † (17 marzo 1727 - 18 luglio 1731 nominato arcivescovo titolare di Cartagine), Sigismondo Tudisi † (2 settembre 1733 - giugno 1760 †), Anselmo (Nicolò) Cattich, O.F.M. † (15 dicembre 1760 - 24 gennaio 1792 †), Nikolaj Ferrich † (26 marzo 1792 - 30 maggio 1819 †), Sede vacante (1819-1839), Sede amministrata dai vescovi di Ragusa (1839-1890), Sede amministrata dai vescovi di Mostar-Duvno dal 1890
[6] La diocesi comprendeva la penisola di Sabbioncello nella Dalmazia meridionale (attuale Croazia). La diocesi di Stagno fu eretta nel IX secolo. Era suffraganea dell'arcidiocesi di Ragusa. Attorno al 1300 il vescovo Giovanni della Croce, a causa delle persecuzioni dei greco-ortodossi, dovette lasciare Stagno e trasferire la propria sede a Curzola, con l'assenso di papa Bonifacio VIII. Nel 1541, una volta che Stagno venne conquistata dai Veneziani, ritornò ad essere diocesi autonoma. La diocesi fu soppressa da papa Leone XII con la bolla Locum beati Petri del 30 giugno 1828 ed annessa alla diocesi di Ragusa di Dalmazia, che a partire dalla stessa data aveva perso il privilegio arcivescovile ed era diventata suffraganea dell'arcidiocesi di Zara. A quell'epoca l'intera Dalmazia faceva parte dell'Impero d'Austria. Oggi Stagno sopravvive come sede vescovile titolare; attuale vescovo titolare è Jorge Iván Castaño Rubio, già vescovo ausiliare di Medellín.
Cronotassi dei vescovi di Stagno: Anonimo † (menzionato nell'877), Anonimo † (menzionato nel 928), Anonimo † (menzionato nel 1023), Gabriele † (menzionato nel 1044), Anonimo † (menzionato nel 1121), Simeone † (menzionato nel 1143), Donato † (prima del 1180 - dopo il 1299), Pietro † (menzionato nel 1286), Giovanni della Croce, O.P. † (1296 - circa 1300 nominato vescovo di Curzola e Stagno), Sede unita a Curzola (1300-1541), Tommaso Cervino, O.P. † (2 dicembre 1541 - 1550 dimesso), Pietro de Gozzo, O.P. † (25 febbraio 1551 - 1564 †), Bonifacio Destefanis, O.F.M. † (17 novembre 1564 - 1582 †), Basilio Gradi, O.S.B. † (14 marzo 1584 - 1585 †), Crisostomo Arameo, O.S.B. † (18 marzo 1585 - circa 1605 †), Giovanni Battista Giorgi, O.S.B. † (14 agosto 1606 - 24 novembre 1608 †), Michele Resti † (28 settembre 1609 - 9 luglio 1614 nominato vescovo di Nusco), Ambrogio Gozzeo † (23 marzo 1615 - 13 luglio 1632 †), Ludovico Giamagna, O.P. † (24 novembre 1632 - luglio 1634 †), Paolo de Gratiis † (9 luglio 1635 - 1652 †), Carlo Giuliani, O.P. † (3 febbraio 1653 - 3 novembre 1663 †), Pietro Luccari † (23 giugno 1664 - 23 novembre 1679 †), Giacinto Maria Passati, O.P. † (13 maggio 1680 - 8 agosto 1680 †), Agostino Flavio Macedonich, O.F.M. † (27 gennaio 1681 - 14 dicembre 1682 †), Giovanni Battista Natali, O.P. † (15 novembre 1683 - 4 agosto 1687 †), Carlo Olantes, O.P. † (31 maggio 1688 - 10 novembre 1692 †), Giacinto Tuartkovich, O.F.M. † (13 aprile 1693 - gennaio 1694 †), Alfonso Basilio Ghetaldo, O.S.B. † (19 luglio 1694 - 12 settembre 1702 †), Vincenzo Lupi, O.F.M. † (4 giugno 1703 - 3 novembre 1709 †), Francesco Volanti † (7 maggio 1710 - 8 aprile 1741 †), Angelo Maria Volanti, O.P. † (3 luglio 1741 - 25 giugno 1744 †), Hijacint Marija Milković, O.P. † (21 giugno 1745 - 20 marzo 1752 nominato arcivescovo di Ragusa), Pietro Budmani † (17 luglio 1752 - 2 aprile 1772 †), Francesco Maria Sorgo Bobali, O.F.M. † (7 settembre 1772 - 29 giugno 1800 †), Antonio Raffaele Dolci, O.P. † (20 ottobre 1800 - 1807 †), Sede vacante (1807-1828) … Cronotassideivescovititolari: Felixberto Camacho Flores † (5 febbraio 1970 - 24 aprile 1971 nominato vescovo di Agaña), John George Vlazny (18 ottobre 1983 - 19 maggio 1987 nominato vescovo di Winona), Curtis John Guillory, S.V.D. (29 dicembre 1987 - 2 giugno 2000 nominato vescovo di Beaumont), Jorge Iván Castaño Rubio, C.M.F., dal 16 febbraio 2001

Ignazio Giorgi - Ignjat Đurđević
(Ragusa, 13 febbraio 1675 – Meleda, 21 o 22 gennaio 1737) Nato a Ragusa il 13 febbraio 1675, discendente di una famiglia di ricchi e nobili ragusei, trascorse la vita in modo sfrenato e spesso spudorato. Era figlio di Bernardo Giorgi e di Teresa Zlatarich, figlio unico di questa coppia. Al battesimo gli fu dato il nome di Nicolò. Dopo aver concluso l’educazione dai Gesuiti a Ragusa, nel 1693 entrò nel Maggior Consiglio e svolse alcune funzioni riservate ai giovani nobili. Per le sue avventure amorose perse il titolo di cavaliere di Sipan, dove venne denigrato per l’eccesso di lascivia, e per carenze nello svolgimento della sua funzione di tutore del monopolio del grano. Dopo questi inconvenienti (si parlò anche di una relazione indecente), Giorgi si trasferì a Roma all’età di 23 anni, ed entrò nell’ordine dei Gesuiti. Qui portò a termine il noviziato biennale e il triennale corso di filosofia, il che lo abilitò all’insegnamento all’interno dell’Ordine a Loreto e a Prato.
Ritornò a Ragusa nel 1705, come prete erudito con notevoli competenze linguistiche in latino, greco e in alcune lingue moderne.
Nel 1707 lasciò l’ordine dei Gesuiti per ricongiungersi ai Benedettini, prendendo il nome di Ordine Ignazio. Dal 1713 al 1723 si dedicò alle scritture. In quel tempo tessè rapporti di intensa simpatia con l’Accademia dei Pigroni. Soggiornò nel monastero di San Giacomo vicino a Ragusa, ma dopo una lite con il Senato della Repubblica, venne esiliato in Italia per due anni. Al ritorno nel suo monastero ne diventò abate, si trasferì per un breve periodo sull’isola di Meleda, e tornò nel monastero di San Giacomo, dove morì il 21 o 22 gennaio 1737, e lì fu sepolto. Fu poeta trilingue, scrisse trattati storico-biografici, poesia satirica e religiosa, polemiche che rivelano una spiccata dote per lo spirito pungente e lo collocano nel filone nato dalla tradizione della poesia comica umanistica. Giorgi, le cui opere si pongono ai vertici della tradizione letteraria barocca a Ragusa, appare un’esponente della contraddizione spirituale tardoumanistica e della fase ultima di una letteratura dalmatica nata dalla viva e tenace fedeltà alle tradizioni italiche, il che si riconosce anche nella sua poesia in slavo.Produzione letterariaNella sua produzione letteraria Giorgi viene spesso rivelato uno spirito mordace e satirico, presentandosi come epigono degli umanisti attirati dalla tradizione partita dal Magnifico, proclamata nei celebri versi della Nencia: in modo particolare nelle sue scherzose rime del poema satirico scritto in Meleda nel 1724, le Lagrime di Marunko[1], e nelle poesie raccolte in Poesie amorose e Poetici lusus varii che lo denotano inoltre buon conoscitore della poesia latina. Cantò dei sentimenti profondi, che non poterono essere domati nemmeno dalla rigidità ecclesiastica: il suo capolavoro, I sospiri di Maddalena penitente, ritoccato nell’arco di 20 anni, e apparso a Venezia nel 1728, nonostante il soggetto religioso, rivela suo piccante carattere erotico.
Oltre alla letteratura fu dedito alla storia dell’Illiria, Antiquitates Illyricae, che doveva essere seguita dalla storia ecclesiastica, Illyricum sacrum, non portata mai al termine. La parte più importante delle sue ricerche storiografiche sono appunti su 60 scrittori ragusei, in tre fonti – nella lettera in italiano, nella raccolta manoscritta Vitae et carmina nonnulorum illustrium civium Rhacusinorum, e nella dedica a Marino Slattari nella edizione del Salterio.
[1] Lagrime di Marunko: Nella cornice degli ambienti locali e della parlata autentica si svolge la storia dell’aspirante beffeggiato, Marunko, che invano sospira le bellezze della “verginella” irraggiungibile Paviza. I giovani contadini si vantano a vicenda delle loro nobili discendenze e ricche proprietà.