Che cosa ho cercato? Dove ho cercato?

 

CHE COSA HO DOVUTO CERCARE? DOVE SONO AVVENUTE LE MIE RICERCHE?

 

La ricerca è stata seguita quasi interamente nella zona in cui la mia famiglia ha vissuto: la Lomellina.

Chi scrive si é imbattuto in sbiadite registrazioni anagrafiche custodite in vecchi volumi ricoperti dalla polvere del tempo, in documenti provanti i battesimi, i matrimoni, le morti degli individui[1]. Questi documenti sono redatti secondo un formulario che, seppure con parecchie varianti, si ripete per circa 300 anni fino al [2]1837. Da questo periodo in poi, infatti, le registrazioni sono scritte in italiano, secondo un formulario prestampato. A questo proposito é opportuno sapere che, in forza di una disposizione adottata dalla Chiesa nel 1563, durante il Concilio di Trento, tutte le parrocchie della cristianità (probabilmente allo scopo, inizialmente, di evitare matrimoni fra consanguinei), furono tenute ad istituire e ad aggiornare con sistematicità alcuni registri detti poi comunemente “registri parrocchiali” dove venivano registrati tutti i battesimi e i matrimoni che si celebravano nel territorio della parrocchia. Successivamente a questi documenti se ne affiancarono altri due: i registri di morte e gli stati delle anime (ho spiegato prima di che cosa si trattavano)[3]. Devo proprio ricordare che i parroci che si sono succeduti nel corso dei secoli, non erano tutti colti e scrupolosi: taluni frettolosi, imprecisi, altri invece puntigliosi e attenti in ogni dettaglio. C’é voluta molta pazienza e buona volontà in quanto, per una consultazione di carattere anagrafico e storico come questa, nulla doveva essere tralasciato o lasciato al caso. Nonostante questi inconvenienti, niente mi ha impedito di curiosare tra i miei “avi”, tra la polvere del tempo, tra le storie di secoli e secoli fa’ per ricavarne informazioni e una mole di notizie davvero considerevole. Nel corso di questi anni, sono stati molti gli archivi parrocchiali visitati e in ognuno di loro ho trovato tutto quello che m’interessava. Tra i più consultati quelli di Suardi e di Pieve del Cairo, paesi nei quali la mia famiglia ha vissuto allora e vive oggi. L’archivio parrocchiale di Pieve del Cairo é in ottimo stato. L’ordine dei manoscritti é puntiglioso, anno per anno, grazie alle robuste rilegature dei volumi e grazie anche alla presenza di parroci “dotti” e con molto senso dell’ordine. Gli atti sono suddivisi in questo modo: quelli di battesimo dal maggio del 1600, quelli di morte dal gennaio del 1637, mentre, quelli di matrimonio dal gennaio del 1629. Mancano gli stati d’anime. Nonostante la mancanza di circa 160 anni di storia (la parrocchia risale al 1443 con [4]Agostino Fornari, primo Vicario Foraneo) é un archivio straordinariamente conservato, ricco di pignolerie statistiche volute e intraprese personalmente da Don Giovanni Cerra (parroco per 40 anni dal 1824 al 1864) che ci ha lasciato, durante il suo mandato, alcuni studi demografici che, anno per anno, seguono l’andamento della popolazione. Vi sono anche moltissimi documenti riguardanti la parrocchia dal ‘500 ad oggi, ben conservati e catalogati per periodo storico.

Una visita veloce, casuale ma fortuita e molto fruttifera, é stata fatta nell’archivio parrocchiale di Gallia[5] (frazione di Pieve del Cairo): purtroppo in condizioni non buone, presenta registri dal 1838 agli ultimi anni in cui é stata parrocchia, il 1987. In questo spazio temporale scopriamo Gallia come parrocchia, consacrata nel 1851 e delicata nel 1872 ai Santi Pietro e Paolo. Non ho trovato registri più vecchi.

Ho visitato anche l’archivio parrocchiale di Galliavola, conservato nell’ex canonica con quello di Gallia: i registri sono ben tenuti e i più antichi risalgono addirittura al 1585. Qui le mie ricerche sono arrivate un po’ per caso in quanto, curiosando sui “Degiorgi di Gallia e Galliavola”, ho rinvenuto moltissime informazioni che mi hanno indotto a proseguire anche su questo fronte. La mia famiglia, mio padre e tutti i miei parenti qui a Pieve mi dicevano che noi, con “quei Degiorgi”, non in senso dispregiativo, non eravamo parenti, erano rami diversi.

Le mie ricerche genealogiche sono proseguite nella parrocchia di Borgofranco (Suardi) nel periodo ottobre-dicembre 1991. In questi tre mesi ho trovato tantissime notizie nonché il rinvenimento di altre sei generazioni oltre quelle ricostruite grazie alle ricerche a Pieve del Cairo e nelle sue frazioni. Quest’archivio é in buono stato di conservazione. I documenti più antichi risalgono al 1580 per gli atti di battesimo, al 1600 per quelli di matrimonio e al 1617 per gli atti di morte. La parrocchia di Borgofranco (così si chiamava Suardi un tempo) risale al 1388 (il primo rettore insediatosi, dalle cronache e dagli scritti ritrovati fu [6]Don Giacomo Venturini).

Degno di nota, é la presenza di un volume degli “indici anagrafici” che raccoglie gli elenchi di tutti gli atti di battesimo e di matrimonio dal 1580 alla metà del ‘900, che ha facilitato molto le mie ricerche (gli atti di morte non sono stati indicizzati). Questo utilissimo lavoro é stato scritto quasi interamente dal prevosto Don Francesco Bosio (parroco per 32 anni, dal 1817 al 1849) e continuato - probabilmente perché lui lo aveva iniziato - dagli altri parroci suoi successori (questo lavoro è stato utile quanto oggi lo potrebbe essere un computer). Da fonti certe, la presenza della famiglia Giorgi (De’Giorgi) nel Borgofranco, risale all’incirca al [7]1400 se non prima. E’ davvero un peccato però: la ricerca a Suardi si interrompe con il finire dei registri. Alcune puntualizzazioni sono proseguite anche nell’archivio parrocchiale di Cairo, ora sotto il comune di Pieve del Cairo che é stata parrocchia autonoma fino alla morte dell’ultimo rettore Giovanni Sozzani avvenuta nel 1976. Tutti i registri, in buono stato, vanno dal 1658 ovvero dall’insediamento del primo parroco fino alla seconda metà del ‘900 per tutti i tipi di registrazioni. Cairo oltre che parrocchia è stato anche un comune autonomo fino al 1890 e si chiamava “[8]Cairo Lomellina”. Un altro archivio in cui ho lavorato per un periodo di circa 2 settimane è stato quello della parrocchia di Cambiò (un tempo chiamato “Loci Campi Beati et Sparvarie[9]), chiesa sotto il titolo della Beata Vergine Assunta. L’archivio, in discreto stato, era conservato in un piccolo locale adiacente al campanile (ora è stato trasferito, per la mancanza del parrocco residente, alla curia vescovile di Tortona). Tutti gli atti iniziano dal 1648 e quindi la ricerca ha avuto ampio raggio d’azione. La presenza degli stati d’anime abbastanza precisi ha fatto si che potessi conoscere meglio la storia delle persone che cercavo. Quello di Mezzana Bigli é stato un successivo archivio parrocchiale visitato e l’ho trovato in ottimo stato: conservato all’asciutto e molto ben ordinato i registri parrocchiali iniziano dal 1600 circa e vi sono anche gli stati delle anime. Molte altre sono state le parrocchie dalle quali ho attinto informazioni e notizie dai loro registri (sia personalmente che tramite corrispondenza ed ultimamente attraverso Internet tramile le comodissime email): Lomello (un tempo con due parrocchie e con due distinti archivi parrocchiali: Santa Maria Maggiore e San Michele), Ottobiano, Ceretto Lomellina, Cervesina, Alagna Lomellina, Valeggio, Tortorolo (archivio custodito nella canonica di Mede), Gambarana e San Martino la Mandria (due parrocchie un tempo distinte e autonome), Torre Beretti, Villabiscossi, Milano nella parrocchia della “SS. Trinità”, Barzanò (Lecco), Cadorago (Como) con le sue tre parrocchie di San Martino, di Caslino al Piano e di Bulgorello, Zavattarello e tutte le sue frazioni, Rocca De’Giorgi (allora chiamata Rocca Vistarini).

Gli archivi sono e resteranno in ogni caso la vera e propria riserva storica di un paese, di una parrocchia, di una comunità: sono le uniche informazioni sulle persone vissute secoli fa nei nostri paesi, ci danno nozioni sicure sui nostri antenati, ci portano a conoscenza delle condizioni sociali, di come vivevano, di che mestiere facevano, se frequentavano la chiesa, se battezzavano i loro figli. Un registro parrocchiale é davvero prezioso per conoscere e per capire tante cose.

Purtroppo alcune piccole parrocchie scompariranno e tante sono già state soppresse con il passare del tempo e insieme con loro la storia scritta dai parroci nei registri. In queste piccole comunità le chiese e le canoniche sono ormai disabitate e il parroco, avendo spesso soltanto il titolo di economo o amministratore parrocchiale non è residente. Dunque, i documenti d’archivio di quella vecchia chiesa, quando va bene, se li porta con se il parroco dove risiede, altrimenti, quando va male, rimangono incustoditi in queste vecchie ex canoniche disabitate al freddo, al caldo, all’umidità con la conseguente situazione di un lento quanto inesorabile deterioramento dei registri.

Come possiamo intervenire concretamente perché almeno la storia scritta non sia cancellata dal tempo? Intanto dobbiamo scrivere, segnare, annotare, memorizzare su supporti elettronici, oggi, tramite il computer, tutto può essere “inglobato” in questo spazio, catalogando enormi quantità di informazioni e di dati.

Un foglio scritto, avrà un’importanza storica se ritrovato dopo 300 anni e farà capire alle generazioni future che l’unico modo per tutelare e salvaguardare gli archivi parrocchiali é quello di custodire e tramandare.

Chi ha scritto, tramandato, raccolto, messo a disposizione, ha fatto conoscere agli altri tutte le cose che sono accaduta nel suo tempo, facendo capire in maniera tangibile tutto quello che c’era da sapere sul passato e sulla storia di quel periodo. Chi lo ha vissuto ha potuto documentarlo bene ed è grazie a queste persone che possiamo scoprire, oggi, un mondo che ci ha preceduto ma che ha dato il naturale svolgimento per il futuro che è il presente che noi viviamo. La vita, la storia delle nostre famiglie, dei nostri antenati, dei nostri paesi, delle nostre zone le ricorderemo soltanto se scritte da qualche parte. La storia “orale”, quella parlata e tramandata dai nostri nonni, bisnonni (che non tutti possono avere la fortuna di aver conosciuto… io in primis, i nonni non li ho conosciuti) ha sicuramente un particolare interesse, un certo “fascino” ma sono racconti che si possono perdere, dimenticare. Una persona giovane ha i genitori che si ricordano determinate cose, i nonni che se ne ricordano altre più vecchie. Analizziamo bene la storia orale che ricordiamo: se una generazione è di 25 anni, tra me e i miei genitori ci possono essere circa 25-30 anni di differenza e tra me e i miei nonni possono esserci 50-55 anni di differenza. Analizzando il fatto che i nostri nonni possono ricordarsi le cose di 50-60 anni prima perché i loro stessi genitori, nonni raccontavano queste cose, la memoria orale può portare tantissime informazioni. Se pensiamo che il nostro nonno, in un semplice discorso fatto al nipote, potrebbe dire “ricordo che mio nonno diceva che suo nonno gli raccontava la tal cosa…”, possiamo avere informazioni dirette su un periodo molto lungo. Se io ho 25 anni, mio nonno ne potrebbe avere 75-80 e se i racconti sono dei suoi nonni che se fossero vivi avrebbero oltre 100 anni, ecco che noi raccontiamo cose certe avvenute oltre 100-125 anni fa. La memoria delle persone ha un’importanza fondamentale ma quando si va molto indietro la memoria orale si ferma e subentra la memoria scritta, scritta in qualsiasi modo, annotata su qualunque supporto (cartaceo prima ed elettronico dopo). Se scopriamo una curiosità avvenuta tantissimi anni fa, scriviamola subito, da qualche parte, altrimenti verrà persa per sempre.

 



[1] Tengo a precisare la mia scarsa conoscenza della lingua latina. La stesura degli atti, in particolare nei primi secoli dopo l'introduzione dei libri, ma in alcune diocesi fino al XX secolo, avveniva in latino, secondo formule abbassanza costanti e simili a seconda dei diversi tipi di registrazione (battesimo, matrimonio, morte). Nei casi in cui i parroci avevamo una scarsa istruzione, può capitare a volte che la stessa lingua latina usata sia imprecisa, in particolare quando ci si allontana dalle formule di rito. Ciò poteva accadere quando a margine, o tra le registrazioni cronologiche, venivano annotate, come a volte capitava, notizie particolari: una carestia, una nevicata particolarmente intensa, un terremoto, una disgrazia, una battaglia o un fatto accaduto alla persona di cui, all'epoca, si era registrato il battesimo. Anche queste notizie si rivelano di particolare importanza storico-documentaristica.

 

[2] Nel 1837 terminano le registrazioni in latino e dall’anno successivo, il 1838, viene abbandonata definitivamente dalle parrocchie la lingua latina per passare all’italiano, seguendo un formulario prestampato.

 

[3] Attualmente, l’obbligo per ciascuna parrocchia di tenere i registri é ribadito dal 1°comma, can.535 del N.C.D.Canonico 1983.

 

[4] Elenco dei parroci di Pieve del Cairo: 1. Agostino Fornari (1443), 2. Francesco De Ferrari (1450-1460) prevosto all’epoca della visita pastorale del 1460 di Amicus de’Fussolanis per conto del vescovo Iacolo Ammannati Piccolomini, 3. Giacomo Laboranti (1512) parroco all’epoca della liberazione del Cardinale Giovanni de’Medici divenuto poi papa Leone X°, 4. Romolo Archinto (1565, prete milanese poi divenuto l’89esimo vescovo di Novara dal 1574 al 1576), 5. Giovanni Pioltino (1565-1575), 6. Giacomo Colla (1600), 7. Pietro Tarroni (1636), 8. Giovanni Antonio Algisio (1636-1650), 9. Giovanni Battista Capponi (1651-1681, parroco per 30 anni), 10. Agostino Mairola (1681-1700), 11. Antonio Deambrosis (1707-1739, parroco per 32 anni), 12. Giacinto Colli (1739-1752), 13. Vincenzo Bocca (1752-1770), 14. Pietro Vittone (1770-1802, parroco per 32 anni), 15. Antonio Carnevale Maffei (1802-1807), 16. Giovanni Battista Carenzio (1807-1823), 17. Giovanni Cerra (1824-1864), 18. Giuseppe Galassi (1865-1883 nativo di Broni nel 1811), 19. Emilio Scevola (1883-1891, insegnante e vicario vescovile della diocesi di Vigevano, morto nel 1925), 20. Gerolamo Avanza (1892-1938, parroco per 46 anni, teologo e insegnante di Sacra Scrittura al seminario di Vigevano, scrittore di vari libri teologici, nato a Valle Lomellina nel 1861), 21. Remo Rustichelli (1938-1973, nato a Frascarolo nel 1901), 22. Alessandro Lova (1973-1991 nato a Sairano nel 1929 e deceduto a Mortara nel 2016), 23. Pierangelo Garavaglia (1991-2001, ora parroco di Lomello), 24. Don Antonio Impalà (2001-2010 ora parroco di Villanova d’Ardenghi e Carbonara Ticino), 25. Don Luca Discacciati (2010 con incarico fino al 2019, poi prorogato perché Pieve del Cairo è diventata Unità Pastorale.

 

[5] Elenco dei rettori di Gallia: preciso che non è un vero e proprio elenco completo in quanto ho rinvenuto i nomi dei reggenti attraverso le visite pastorali che avvenivano durante gli anni dai vari vescovi della diocesi di appartenenza della parrocchia: Mario Antonio Gatelli (1560), Ottaviano Gatti (1563), Pietro Paolo Burgondis (1566-1573), Gerolamo de Blasiis (1576), Angelo de Landinis (1592), Francesco Tirabosius (1602), Zanino Sondra (1635), Pietro Andra Crasso (1650), Giovanni Battista Mariani (1661-1666), … , Giovanni Cristoforo Guenzio (1745-1761), Giuseppe Antonio Tagliacarne (1762), Giuseppe Boverio (1786), Luigi Crosio (1800), … , Giuseppe Doglia (1845-1867), Carlo Colli (1876-1892), Giuseppe Trotti (1892-1939), …, altri rettori di cui non ho i nomi, Padre Vincenzo Sangalli (guanelliano 1919-1999, amministratore parrocchiale dal 1988 al 1999). Poi si sono susseguiti altri amministratori parrocchiali, ora c’è Don GianAlberto Valdeterra che ha Gallia e Galliavola.

 

[6] Elenco dei parroci di Borgofranco: 1. Venturini Giacomo (1388-?), 2. Vignoli Uberto (1404-?), 3. Frivolandi Antonio (1404-1406), 4. De Varasio Martino (1404-1414.), 5. Frivolandi Giacomo (1460-1469) e negli stessi anni Nebbia Marco (1460-1469), 6. Fa Ottino (1489-1490), 7.Bobba Biagio (1490-?), 8.De Rozzollo Giovanni Battista (fino al 1506), 9.Trivolzio Ambrogio (1506-?), 10.Nebbia Antonio (?-1514), 11.Barbieri Pietro (1519-1526), 12.Re Beltrame (1514-1528), 13.Maestri Bartolomeo (1544-155?), 14.Frivolandi Giovanni Giacomo (1544-?), 15.Lotteri Agostino (1550-1556), 16.Cavezzati Giacomo (1565), 17.Gio Antonio (1565), 17.Maggi Bianco (1576-1592), 18.Bocchio Bernardo (1592-1627), 19.Caresana Battista (1628-1631), 20.Ferrari da Grado Pietro Paolo (1634-1648), Corti Angelo (1655-1681), 21.Appiani Bernardino (1690-1700), 22.Crosio Pietro Antonio (1704-1709), 23.Stefanone Giovanni Battista (1709-1723), 24.Marziani Domizio (1726-1750), 25.Nebbiola Carlo Antonio (1754-1767), 26.Sala Pasquale (1767-1771), 27.Romagnolo Eusebio (1778-1779), 28.Vallegiani Alessandro (1781-1789), 29.Rossi Giuseppe (1794-1801 nativo di Gambolò), 30.Arpiani Desiderio (1805-1817), 31.Bosio Francesco (1817-1849, parroco per 32 anni), 32.Agnelli Francesco (1850-1869), 33.Coldesina Annibale (1869-1879), 34.Savini Carlo (1879-1894), 35.Gallaverna Valentino (1894-1935, parroco per 41 anni), 36.Bagnoli Santo (1936-1966, parroco per 30 anni), 37.Carena Mario (1966-1976), 38.Raverta Franco (1976-1983), 39.Canevari Anselmo ”don Mino” (1983-1988), 40.Garavaglia Pierangelo (1988-1991), 41.Rizzi Paolo (1991-1998) ora Monsignore a Roma, postulatore della causa di beatificazione del Servo di Dio Teresio Olivelli diventato poi Beato (alpino mortarese morto durante la seconda guerra mondiale), 42.Canevari Anselmo (1998-2017) purtroppo deceduto per malattia, ora la parrocchia è gestita dall’Unità Pastorale di Pieve del Cairo con responsabile il Prevosto Don Luca Discacciati coadiuvato da Don Gianalberto Valdeterra e da Fra Antonio Salinaro, francescano, di Taranto.

[7] Da “Profilo storico di Borgofranco di Lomellina oggi Suardi” ed.1982 autori Fagnani-Torti. Non è detto che non ci fossero anche prima in quanto la famiglia Giorgi, nel pavese, era gia presente da molto tempo.

 

[8] Da “Elenco dei rev.di Rettori-Parroci della parrocchia di Cairo” dall’archivio parrocchiale di Cairo. 1.Massaglia Pietro (1658-?) 2.Bonerio Pietro Giuseppe (1668-?), 3.Sala Pietro (1679-?), 4.Celario Giovanni Antonio (1692-1702), 5.Deregibus Giuseppe (1702-1715), 6.Festario Giacomo (1715-1728), 7.Bonardo Carlo Giuseppe (1728-1743), 8.Laboranti Carlo (1743-1758), 9.Colombano MichelAngelo (1758-1763), 10.Romagnolo Eusebio (1768-1778), 11.Deregibus Giacomo (1778-1779), 12.Celada Giovanni Antonio (1779-1789), 13.Pertusi Bernardo (1789-1793), 14.Rolandi Carlo (1798-1828 il rettore che narrò le vicende degli Austro-Russi nel territorio tra Pieve e Cairo a cavallo tra il 1700 e il 1800, ai tempi di Napoleone, resse la parrocchia per 30 anni), 15.Ferrari Giuseppe (1828-1832), 16.Fossani Francesco (1832-1835), 17.Braccio Giovanni (1835-1883 il più lungo periodo di un parroco a Cairo, 48 anni), 18.Baini Angelo (1883-1896), 19.Nani Luigi (1896-1931), 20.Crotti Angelo (1931-1938, riposa nel cimitero di Pieve del Cairo nella cappella della famiglia Mola), 21.Sozzani Giovanni (1938-1976, ultimo rettore di Cairo, per ben 38 anni. Riposa nel cimitero di Cairo). La parrocchia, soppressa nel 1986 e annessa a quella di Pieve del Cairo, è stata, da questa data in poi, e ancora oggi, amministrata e gestita dai parroci di Pieve del Cairo.

 

[9] Cambiò ha offerto la possibilità di rintracciare notizie sulla famiglia di Francesca Guarnaschelli, moglie di Severino Degiorgi (1786-1867), risalendo fino alla metà del 1600. Vista la ricerca fatta, elenco tutti i parroci di Cambiò – Sparvara così che sipossa risalire a chi ha battezzato i miei antenati: 1.Sparvuaria Giovanni Antonio (1648-1650) prevosto – morto a 60 anni, 2.Sparvuaria Cesare (1651-1656), 3.Gambarana Pompeo (1657-1668), 4.Cunevio Fabio (1668-1678), 5.Gallo Vincenzo Ottavio (1679-1684) morto a soli 36 anni, 6.Gallo Pietro Antonio (1684-1692) morto il giorno di Pasqua a 65 anni, 7.Leardo Francesco Paolo (1692-1697), 8.Arrigo Carlo Alberto vicario foraneo (1697-1717) sepolto nella cappella di San Carlo, 9.Rolando Giovanni Stefano vicario foraneo (1717-1748) morto a 63 anni, 10.Gallini Carlo vicario foraneo (1749-1776) sepolto nella cappella di S.Paolo in Bassignana, 11.Civati Carlo Giuseppe vicario foraneo (1776-1796) morto a 48 anni, 12.Ricci Carlo Giuseppe vicario foraneo (1796-1828), 13.Gentile Lino vicario foraneo (1828-1852) morto a 50 anni, Ghisolfi Vicenzo prevosto (1852-1854), 14.Maggi Giovanni prevosto (1854-1882, parroco per 28 anni) poi trasferito, 16.Rampini Giovanni prevosto (1883-1888), 17.Tacchini Domenico prevosto (1889-1891), 18.Chiodi Egidio prevosto (1892-1906) questa prevostura fu retta da diversi reggenti: Don Giovanni Strada prev.di Gambarana; Don Gerolamo Avanza prev.di Pieve del Cairo; Don Giovanni Villani dalla curia di Tortona e Don Severino Corti divenuto poi il nuovo prevosto di Cambiò nell’aprile del 1906, 19.CORTI Severino prevosto (1906-1933) sepolto nel cimitero di Gambarana, 20.Repetto Giovanni Alessandro prevosto (1934-1937) poi trasferito, 21.Mariani Pietro prevosto (1938-1947) poi trasferito a Silvano D’Orba, 22.Pernigotti Pietro prevosto (1947-1963), 23.Bailo Dante prevosto (1963-2007) regge la parrocchia per 44 anni, muore a Tortona nel 2014, 24.Digiglio Prospero (2008-2011) non ha mai officiato, 25.Ceriani Maurizio prevosto (2011-2014) non ha mai officiato, 26.Cattaneo Anselmo prevosto (2014-2017) parroco gia delle parrocchie di Gambarana e Suardi dal 1998, deceduto nel 2017. Don Anselmo era di Pregnana Milanese, nato nel 1939 ha iniziato a celebrare la messa a Cambiò ogni domenica dal 2008, su richiesta accorata di alcuni parrocchiani, anche senza nomina ufficiale, volontariamente, consentendo così che la chiesa, a rischio di chiusura, rimanesse aperta ed attiva. Per gravi motivi di salute, dopo la metà di agosto 2017, ha dovuto interrompere la sua missione pastorale ed il 5 febbraio 2018 è tornato alla Casa del Padre. Fu missionario in Costa Rica ed in Africa. Laureato in Lettere e Filosofia, conosceva il greco, il latino e parlava correntemente inglese e francese. E’ stato per molti anni docente di Lettere alla scuola Media di Dorno. Don Anselmo, dovunque è stato ad esercitare il suo ministero, è stato ben voluto da tutti lasciando nella gente che lo ha conosciuto, stimato e che gli ha voluto bene, un ricordo indelebine di un uomo buono ed un santo sacerdote.