LE GENERAZIONI RICOSTRUITE / 7 - Settima generazione: Pietro Francesco Severino Degiorgi
SETTIMA GENERAZIONE: PIETRO FRANCESCO SEVERINO DEGIORGI
I FIGLI DI PIETRO FRANCESCO SEVERINO DEGIORGI (1786-1867)
E DI FRANCESCA MARIA GUARNASCHELLI (1783-1840).
Con questo capitolo si apre un nuovo secolo, l’800. Tutte le persone che andrò a trattare nascono, vivono e muoiono in questo nuovo secolo. Ci saranno tanti cambiamenti, un secolo molto diverso dai tempi bui che hanno caratterizzato il ‘500, il ‘600 e anche il ‘700. In questo secolo nascono innovazioni di carattere anagrafico: si fa uso della doppia anagrafe, quella religiosa conservata in parrocchia (come prima) e quella civile situata negli appena sorti “municipi”. Dal 1838 tutti gli atti parrocchiali sono scritti in italiano, secondo formulari prestampati. Viene abbandonata definitivamente la dicitura latina e i manoscritti talora illeggibili, talora imprecisi, saranno soltanto un lontano ricordo passato. La mia ricerca genealogica assume un carattere diverso, meno pesante, difficilmente si rischia di non capire quello che é scritto (anche se molti parroci svogliati si ostineranno sempre a scrivere in modo illeggibile e molto grossolano anche nei formulari). Gli atti anagrafici prestampati permettono di sapere anche le professioni che le persone svolgevano un tempo, il mestiere del defunto negli atti di morte, il mestiere del padre e della madre negli atti di battesimo e i mestieri di tutti negli atti di matrimonio, il domicilio delle persone, la loro residenza, a volte anche la casa e l’ubicazione precisa della via del paese; tutto questo da un vecchio manoscritto latino non si poteva conoscere perché non veniva annotato. Una cosa molto curiosa é che d’ora in avanti si scopriranno anche le calligrafie dei miei antenati, se erano in grado di scrivere, chi soltanto il proprio nome, o se erano analfabeti (come si diceva allora “illetterato” o “illitterato”). Se la persona sapeva scrivere, doveva chiaramente fare il proprio nome e cognome altrimenti poneva la croce “X” e sotto veniva scritto “la suddetta persona dichiarandosi illetterata appone il segno di croce” oppure “segno di croce di ……che si dichiara illetterato”. Dal modo in cui era compilato un atto si poteva capire qualcosa anche del parroco, se era impreciso e grossolano oppure preciso e puntiglioso. Negli atti di battesimo o di morte, molti parroci precisi mettevano persino (ora si mette sempre) l’orario della morte o della nascita della persona. La ricerca é quindi più interessante sotto tutti gli aspetti. Dal 1838 in avanti i volumi che si consulteranno non saranno più grandi, rilegati a mano con spago, fatti con carta spessa e porosa, fragili a sfogliarli bensì rilegati tutti in modo uguale anno per anno quasi come i nostri libri moderni.
Le persone nell’800 iniziano a spostarsi, ad emigrare in altri paesi, vuoi perché i ritmi di vita erano diversi, vuoi perché il posto di lavoro non era più nel paese di residenza. Si faceva “San Martino”, di solti ci si spostava a Novembre quando un contratto di lavoro, per lo più in campagna finiva e la famiglia non aveva più lavoro in quella cascina e si spostava in un'altra, nello stesso paese oppure in una frazione del paese stesso o addiritura in un altro posto alche distante dal primo. Ovviamente, ogni paese, anche frazione, aveva una chiesa e quindi ogni chiesa corrispondeva ad una parrocchia con un parroco residente (una volta i preti erano molto di più di adesso). Ogni parrocchia quindi aveva un archivio e questi archivi, ancora oggi, sono custoditi nelle parrocchie più grandi, quelle rimaste che custodiscono anche gli atti delle vecchie parrocchie che non ci sono più perché sono state soppresse.
E’ il caso dei miei antenati: dopo 300 anni di storia nel Borgofranco (ora Suardi), sentiremo parlare di altri paesi limitrofi come Pieve del Cairo, Cairo Lomellina, Gallia, Mezzana Bigli, Tortorolo e altri ancora. Degiorgi Pietro Severino é il primo che troviamo nato in un luogo (Suardi) e trasferitosi in un altro (Gallia) dove poi morirà. La sua situazione famigliare é il punto importante di questo capitolo e devo dire che non é stata rosea in quanto, su 4 figli nati, 2 sono nati morti, 1 é morto poco dopo e il 4° é stato il continuatore della generazione Degiorgi con una vita lunghissima (90 anni) e con tre matrimoni alle spalle. I figli di Pietro Severino Degiorgi e di Francesca Guarnaschelli:
1. NN (Borgofranco 1806) bambina nata morta, senza nome (sine nomine)
2. Giuseppe (Borgofranco 1807- Borgofranco 1807) di mesi 6
3. NN (Borgofranco 1813) bambino nato morto, senza nome (sine nomine)
4. Felice Fortunato (Borgofranco 1820 – Pieve del Cairo 1910) di anni 90
ANALISI DEI NOMI:
SINE NOMINE [1]: una bambina nata morta il giorno 4 febbraio 1806;
GIUSEPPE: nasce a Borgofranco il 19 aprile 1807; muore a 6 mesi il 20 ottobre 1807;
SINE NOMINE: un bambino nato morto il 16 giugno 1813;
FELICE FORTUNATO: Nasce il 21 settembre 1820 a Borgofranco (oggi Suardi), nasce quando Borgofranco è sotto il Regno di Sardegna, all'epoca in cui Vittorio Emanuele I° di Savoia era sovrano, in quella campagna lomellina povera e contadina, rurale e genuina.
Viene battezzato Felice Fortunato, il suo atto di battesimo è scritto in latino dal Rettore Francesco Bosio (parroco per 32 anni dal 1817 al 1849). Viene annotato Felix Fortunatus Degiorgi, un buon auspicio dopo i suoi 3 fratellini non sopravvissuti. Tutti i registri parrocchiali, fino al 1837 saranno scritti in latino. Dall'anno seguente seguiranno un formulario prestampato in italiano.
Da bambino vive a Borgofranco fino all'età di 12 anni quando la famiglia si sposterà a Cairo, allora comune indipendente da Pieve (lo sarà fino al 1891).
Frequenta la scuola, qualche classe elementare, non tutte perchè, come succedeva, la forza lavoro era, in quel periodo e in quei luoghi, più richiesta e più importante dell'istruzione. I genitori, entrambi contadini e non così giovani (mamma e papà avevano già superato di molto i 40 anni e per l'epoca erano già "vecchi" e provati dalle fatiche) avevano bisogno un aiuto nel duro lavoro rurale.
Nonostante il loro trasferimento a Cairo (da Suardi sono solo 6 km), buona parte della famiglia vive ancora a Borgofranco e i legami con il paese natale restano vivi e accesi.
Felice affronterà la sua prima grande responsabilità e l'11 maggio 1841, appena ventenne, si sposa con la signorina Rosa Ferrante [2] (figlia di Michele e Teresa Nardi), anche lei ventenne, nata a Tortorolo ma residente a Gambarana. Si sposano infatti li, nella Parrocchia dei SS.Pietro e Biagio. Sono due giovani sposi, già maturi e responsabili, pronti ad iniziare la loro vita insieme. Vivono a Pieve nella contrada dei Mulini (ora via Angeleri) insieme al padre Severino rimasto vedovo della moglie l'anno prima.
Ecco però la prima grande difficoltà nella vita di Felice, la morte prematura della moglie Rosa appena 4 mesi dopo il matrimonio, il 10 settembre 1841. La giovane sposa muore di polmonite. Felice, nemmeno 21enne è già vedovo e solo.
Ma Felice non demorde e l'anno dopo torna a Borgofranco (Suardi) per incontrare una bellissima fanciulla di nome Santina. Immagino i tempi e i modi usati per approcciarsi.
Mi piace fare una riflessione su questo punto. Felice conosceva già Santina e anche la famiglia di Santina in quanto suo padre Giuseppe, compare testimone in alcuni battesimi dei suoi figli come una certa Carazza Teresa (il nome per il momento non dice nulla ma dirà qualcosa più avanti). Fine della riflessione. Torniamo all'incontro.
Felice ha ancora nel cuore Rosa ma è giovane, solo e pensa per la seconda volta di porre il suo cuore nel cuore di di un'altra donna, nel cuore di Santina. Infatti l'anno seguente, il 1°febbraio 1842, si sposa per la seconda volta nella parrocchia di San Bartolomeo a Suardi. Lei è Santina Sozzi [3] , nata il 31 ottobre 1819 a Suardi (figlia di Giuseppe e Caterina Trabella), entrambi 22enni. Dalla loro unione nasceranno 5 figli dei quali il primogenito Giovanni Antonio sarà il mio bisnonno. Nasceranno tutti a Pieve del Cairo nel seguente ordine: Giovanni Antonio nel 1843, Maria Domenica nel 1845, Luigi nel 1848, Caterina nel 1851 e Giulio Ferdinando nel 1855. La famiglia vivrà per un ventennio a Pieve nella contrada dei Mulini (come avevo già accennato nei post precedenti), lavorerá nella Fornace Cavallini e un po' farà il contadino, fino al 1863, anno in cui si trasferirà insieme all'anziano padre Severino, già vedovo della moglie, nella frazione di Gallia a lavorare i terreni per gli eredi Cavallini.
A Santina e Felice intanto, dei 5 figli, viene a mancare Caterina, nel 1857, a soli 6 anni. Ma la fierezza e la costanza della gente a quel tempo non permette di chinare la testa e si deve andare avanti lo stesso. Arriviamo al 1863, anno del trasferimento a Gallia, i figli sono già "grandicelli", Giovanni ha 20 anni, Maria Domenica (chiamata poi semplicemente Maria) 18, Luigi 15 e Ferdinando, il più piccolo, 8 anni. Passano tre anni e in casa Degiorgi succede una nuova disgrazia ovvero la morte della moglie Santina Sozzi all'età di 47 anni, la sera del 25 ottobre 1866. La causa della morte non è registrata.
Il povero Felice è di nuovo solo, vedovo per la seconda volta. Ha 46 anni e dovrà rimboccarsi nuovamente le maniche per andare avanti con i suoi 4 figli e l'anziano padre ancora vivente. Rimarranno a Gallia ancora un anno, fino al 1867, anno in cui succederà veramente di tutto in casa Degiorgi, un anno ricco di avvenimenti (sia belli che brutti)
Mentre in Europa, Karl Marx termina la stesura della prima edizione de IL CAPITALE e Alfred Nobel inventa la DINAMITE, in casa Degiorgi cambiano gli "stati di famiglia" e le situazioni delle persone che vi abitano, subiscono modifiche. Dopo la morte della seconda moglie di Felice, Santina Sozzi, l'anno prima, il 1866, vediamo che quest'anno riserva alla famiglia ben due matrimoni: infatti, il 9 febbraio 1867 è un gran giorno per Felice perchè due dei suoi figli si sposano, lo stesso giorno. Il primogenito Giovanni (1843-1924, il mio bisnonno) si sposa a Pieve del Cairo con Ercolina Volpini (1850-1936, la mia bisnonna) mente la secondogenita Maria Domenica (1845) si sposa a Gallia con Angelo Piumazzi, classe 1839, di Mezzana Bigli dove poi andranno ad abitare. Nei due atti di matrimonio non sono riportati gli orari delle cerimonie ma credo siano stati fatti in momenti diversi per permettere a tutta la famiglia di recarsi prima da un figlio e poi dall'altra.
Come sarà stata la festa? Credo proprio nulla di particolarmente sfarzoso, una festa contadina, rurale fatta di gesti semplici e basilari perchè la vera ricchezza allora era il "volersi bene", niente di più, almeno per queste famiglie comuni alla maggior parte delle altre.
Dopo due avvenimenti lieti e sereni, un crudele destino per il figlio di Felice. Infatto, il piccolo Giulio Ferdinando, il 18 aprile muore, non ancora 12enne. Non è riportata la causa della morte ma all'epoca, la mortalità giovanile, infantile, era molto elevata per tanti fattori (igienici, malattie non ancora curabili come oggi o tragedie in genere). Felice, dopo un momento sereno accusa il colpo della perdita del suo secondo figlio (infatti nel 1857 era morta la piccola Caterina a soli 6 anni).
Non finisce qui purtroppo perchè il 14 ottobre 1867 muore l'anziano padre Pietro Severino all'età di 81 anni. Qui il destino ha concesso, almeno a lui, una vita piuttosto lunga per l'epoca in cui siamo.
Felice ha 47 anni ed è rimasto solo con il figlio Luigi (1848-1925) che ha 19 anni e non è ancora sposato. Sono a Gallia ancora per poco tempo, Giovanni è a Pieve, Maria a Mezzana e tutti gli altri non ci sono più.
La vita di Felice, tra gioie e dolori, minata da tutte le parti da eventi infausti, non finisce qui. Il destino riserverà a lui ancora tanto tempo ed altre sorprese. E il 1867 per lui non è ancora finito.
Un altro nome, nel frattempo, fa capolino nella vita del mio trisavolo: Teresa Carazza [4], una donna già presente nella famiglia, già diversi anni prima.
A Felice non piace proprio star da solo...
La voglia di vivere e di ricominciare ancora tutto è viva e presente nella personalità del mio trisavolo tanto che, l'11 novembre Felice si risposta, per la terza volta con la signora Maria Teresa Carazza. E' quel nome che ogni tanto salta fuori. Ha 10 anni in più di lui, è nata a Mezzana Bigli nel 1810 ed è vedova di Tenti Giovanni Battista (1798-1858). Questa donna, già presente nella famiglia Degiorgi, compare 3 volte nei documenti di battesimo. Nel 1843 come madrina di Giovanni Degiorgi (il mio bisnonno), nel 1855 come madrina di Giulio Ferdinando e anche come madrina di Carolina Alessi (1853-1942) che nel 1874 sposerà Luigi Degiorgi (1848-1924, fratello del mio bisnonno), figlio di Felice, l'ultimo rimasto in casa con lui a Gallia dopo tutti i virtuosi fatti del 1867. Maria Teresa era vicina di casa di loro, abitavano nella stessa via, la Contrada dei Mulini, fin dal 1848 quando vi abitavano ancora Severino con la sua famiglia e lei con suo marito. E' probabile che, all'epoca, le famiglie si frequentassero di più rispetto ad oggi perchè tutti si aiutavano vicendevolmente nella buona sorte ma anche nelle sventure.
Lui ha 47 anni, lei 57. Ovviamente, non tanto per l'età di lui ma per l'età di lei, non hanno figli. Vivranno 12 anni insieme, lui si trasferirà con la terza moglie da Gallia a Pieve nella vecchia casa ai Mulini con il figlio Luigi. nel 1871, come nel 1875, lo troviamo proprietario di quella casa e nel 1878 risulta una nuova costruzione di due vani su due livelli (particelle 866 e 867). Grazie alle ricerche fatte dall'amico Mario Angeleri (dal suo ultimo lavoro La dove c'era ... ora c'è,,,) apprendo queste cose come il sapere che quella casa passerà al figlio Luigi che ci abiterà con la sua famiglia e di conseguenza passerà a suo figlio Carlo (Sivirìn) che ci vivrà con la sua famiglia. Il resto di questa famiglia sarà quel ramo dei Degiorgi che andrà in Argentina a cercar fortuna (e chissà se l'avrà trovata... sto cercando di scoprire qualcosa perchè le mie ricerche sono costantemente in corso...)
Tornando a Felice, nel 1879 è nuovamente vedovo perchè il 20 aprile 1879, alle 7 della sera, la terza moglie muore all'età di 68 anni.
A quasi 60 anni, Felice è di nuovo alle prese con la sua "insopportabile" solitudine che sarà visitata da altri avvenimenti, sia belli che brutti: un prezzo da pagare per chi ha la fortuna (o la sfortuna) di vivere così a lungo. Vivrà ancora 31 lunghi anni e i suoi occhi vedranno ancora molti cambiamenti.
Siamo nel 1879 e alla vigilia dei suoi 60 anni, che compirà l'anno dopo nel 1880, Felice attende fiducioso il susseguirsi degli eventi, accettando di buon grado tutto quello che gli succederà da qui in poi.
Faccio una digressione intanto e torno indietro di circa 11 anni. Felice scopre la gioia di diventare per la prima volta nonno e nel 1868 infatti, a 48 anni, gli nasce il primo nipotino, Pietro (1868-1947) per tutti “sìu Pedär”. E’ figlio di suo figlio Giovanni. Da questo anno in poi, tra alti e bassi, avranno luogo, per diversi anni, lieti eventi con fiocchi rosa e fiocchi azzurri e purtroppo ancora qualche inciampo e difficoltà. Tra i suoi figlio Giovanni, Luigi e Maria Domenica, Felice avrà la gioia di vedere tanti nipotini. Quindi, nel 1868 Pietro (figlio di Giovanni), Maria Elena (figlia di Maria Domenica) nel 1869, Maria Santina (figlia di Giovanni) nel 1870, Giovanni Battista (figlio di Luigi) e Teresa Maria (figlia di Giovanni) nel 1874 e nel 1875 nasceranno Secondo (figlio di Giovanni) e Pietro Giuseppe (figlio di Maria Domenica). Nel 1877 nascerà Carlo (detto Sivirìn, figlio di Luigi), nel 1878 Luigi (mio nonno, figlio di Giovanni) e Maria Luigia Giuseppa (figlia di Maria Domenica). Nel 1881 Francesco (figlio di Giovanni) e nel 1882 Giacomo (figlio di Maria Domenica). Non finisce qui: nel 1884 nascerà Pietro (figlio di Maria Domenica) e nel 1885 Maria Carolina (figlia di Giovanni). Ultimo ma non meno importante è Carlo Degiorgi nel 1888 (figlio di Giovanni). Felice Degiorgi, il mio trisavolo, ha 68 anni e la fortuna di aver visto nascere 16 nipoti. Non tutti sopravvivranno, diversi moriranno piccoli come è già accaduto con due dei sui figli, Caterina e Ferdinando rispettivamente nel 1857 e nel 1867. Purtroppo la sua moglie Santina Sozzi, quella da cui ha avuti i suoi cinque figli, non ha avuto la gioia di vedere i suoi nipoti, nemmeno uno perché morta nel 1866 cioè 2 anni prima della nascita del primo nipote Pietro.
Felice, una volta rimasto praticamente solo, si trasferisce a Pieve del Cairo e va ad abitare in via dei Mulini 20. Lo troviamo qui nel 1871, nel 1875 e nel 1878 insieme al figlio Luigi Degiorgi, di 33 anni, la nuora Carolina Alessi di anni 28 e i due figli (i suoi nipotini) Battista di 7 anni e Carlo di 4 anni. Tutti erano contadini.
Felice tiene la proprietà, come si scopre dai documenti, fino all’anno 1900, quando lui, anziano, ha già 80 anni. La casa di Via dei Mulini verrà abitata dal figlio Luigi Degiorgi insiema alla moglie Carolina. La vita di Felice Fortunato (non a caso il suo nome gli ha portato bene) non finisce qui, anzi, dura ancora 31 lunghi anni fino a spegnersi nel nuovo secolo, il XX°: muore a 90 anni il 15 Ottobre 1910.
Per me rimarrà sempre il punto di riferimento principale per la mia discendenza, una sorta di persona capostipite (di certo lo è sicuramente stato), un uomo semplice, sicuramente di animo buono che ha vissuto un’esistenza lunghissima per quegli anni (si parla di un uomo nato 200 anni fa e morto 110 anni fa), una persona la cui vita non è stata sicuramente facile, lui, unico sopravvissuto da una famiglia a cavallo tra il ‘700 e l’’800, 3 fratelli dei quali 2 nati morti ed un fratello morto a 6 mesi di vita. E lui, una vita di 90 anni, 5 figli dei quali 2 morti in tenera età, 3 mogli, la prima morta a 19 anni lo stesso anno del matrimonio, poi la seconda moglie morta presto, a 47 anni e la terza moglie, più vecchia di lui di 10 anni, morta a 68 anni. E lui? Sempre li, a superare gli ostacoli della vita, pronto a reagire a tutte le insiedie e al tempo che passava, praticamente ripercorrendo 2 secoli, l’800 quasi interamente e ancora 10 anni del ‘900. Quante cose ha visto Felice, quante persone hanno potuto vivere grazie a lui, figli, nipoti, pronipoti che ha personalmente conosciuto prima di andarsene.
Mi dispiace soltanto non avere nulla che parli di lui, sicuramente è morto 110 anni fa ma dalla sua lunga vita è mai possibile che nessuno abbia conservato una sua foto? Ne avranno mai fatta una con lui presente? Ho tante foto vecchie, certe sono ancora meravigliose, ma nessuna immagine mi racconta di lui, nessuna. Ma quanti suoi discendenti, nella sua lunghissima vita, Felice, ha conosciuto? E’ stato padre di 5 figli, nonno di 16 nipoti e bisnonno di 14 pronipoti dei quali ne conobbe 6 (perché gli altri nacquero dopo la sua morte). E’ stato marito per 3 volte, ha visto morire mogli, figli, nipoti, ha visto conflitti, tutti nell’800, e ce ne sono stati tanti, ha visto l’Italia formarsi, l’unità dell’Italia nel 1861 quando lui aveva 41 anni.
Nacque nell’Italia dei primi movimenti dei “carbonari”, nell’Italia della primissima Restaurazione (1820-1848) quando c’erano ancora la Savoia, Nizza, il Regno di Sardegna il Regno Lombardo Veneto, il Granducato di Parma, di Modena, di Toscana, lo stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie che piano piano le 3 guerre di Indipendenza hanno portato alla situazione dell’Italia nei primi del ‘900, sempre un Regno ma, da li a poco, con 2 sanguinose guerre (la prima e la seconda guerra mondiale) che Felice non vide perché morì nel 1910.
Resterà comunque una persona che nessuna delle persone che ho conosciuto ha potuto parlare di lui raccontanto fatti della sua vita. Tutti i loro pronipoti lo ricordano soltanto per nome, il bisnonno Felice morto a 90 anni che nessuno ha conosciuto. Il più vecchio dei suoi pronipoti aveva il suo stesso nome, Felice, nato nel 1903. Quando morì il bisnonno aveva 7 anni, sicuramente lo conobbe anche bene e avrà avuto dei ricordi molto vivi di lui ma purtroppo, pur rimanendo l’unica persona che poteva raccontare qualcosa ai suoi cugini (Felice era il primo cugino di mio padre) non potè farlo perché morì prematuramente in circostanze un po’ dubbie nel 1924, a soli 21 anni. Gisella Degiorgi, la sorella, che nascerà nel 1907, non ha mai ricordato nulla di lui, aveva soltanto 3 anni quando morì e nonostante la sua lunga vita (95 anni, la più longeva Degiorgi di tutti), non ci ha mai raccontato nulla.
Mio papà se lo ricordava semplicemente come il bisnonno mai conosciuto, non conobbe nemmeno suo nonno Giovanni (il figlio di Felice) che morì nel 1924 quando aveva soltanto 2 anni. So che la cugina di mio papà, Degiorgi Carolina (1920-2004), per me “zia Lina”, lo chiamava “Nonu Filicìn” quindi probabilmente se a lei è arrivato questo vezzeggiativo, tutti lo chiamavano così. Tanto che lui, Felice, si firmava “dialettizzando” il suo nome, non come Felice ma “Filice” Degiorgi.
[1] Sine nomine: senza nome. Non viene dato il nome al bambino nato, nè al primogenito nè al terzogenito.
[2] Rosa Ferrante, nasce a Tortorolo (Mede) nel 1822, figlia di Michele Ferrante di professione oliario e di Teresa Nardi di professione contadina, muore a Pieve del Cairo nel 1841 a 19 anni
[3] Santina Sozzi (1819-1866) é la mia trisavola, la seconda moglie di Degiorgi Felice figlia di Giuseppe Sozzi (1786-1860) e di Trabella Caterina (1791-1872), terzogenita di 5 figli di cui: FRANCESCO (1809-1867) muore celibe, GASPARE (1820-1883) sposa Trotti Caterina ed hanno due figli: Maria Francesca e Luigi: Maria Francesca sposa Garavelli Carlo il quale ha sposato in seconde nozze Tosini Regina dalla quale é nato Garavelli Felice, nonno del professor Felice Garavelli (1951-2010), Luigi sposa Torti Angela dalla quale ha 2 figli: Giovanna e Gaspare, SANTINA (1819-1866) la mia trisnonna, ROSA (1829-1896) che sposa Beltrami Giuseppe (1825-1902, figlio di Domenico [figlio di Bartolomeo] e di Maria Mazza) dai quali discende Beltrami Francesco (ex impiegato del comune di Suardi 1926-2010), CARLO (1826-1904) sposa Arrigoni Caterina e ha una figlia, Marietta che sposa Giovanni Torlaschi e la generazione dei Torlaschi é quella tuttora presente a Suardi. Ecco un piccolo albero genealogico dei Sozzi:
- la famiglia Sozzi arriva presumibilmente da Mede
- SOZZI Martino (? -?) con DEVECCHI Innocenza (1748-1818)
- SOZZI Giuseppe Antonio (1786-1847) con TRABELLA Margherita (1791-1872) sposati a Borgofranco nel 1808
- SOZZI Maria Santina (1819-1866) con DEGIORGI Felice Fortunato (1820-1910) sposati a Borgofranco nel 1842
- Degiorgi Giovanni (1843-1924) con Volpini Ercolina (1850-1936)
- Degiorgi Luigi (1878-1965) con Gatti Teresa (1890-1976)
- Degiorgi Adriano (1922-2008) con Ferrari Albertina (1930-2012)
- Degiorgi Carlo Francesco (1971) con Geretto Cristina (1970)
- Degiorgi Simone (2002)
[4] Carazza Teresa (1810-1879), é la terza moglie del mio trisnonno, nativa di Mezzana Bigli, sposa in prime nozze nel 1830 il sig. Tenti Giovanni Battista (1798-1858) di Pieve del Cairo, poi consigliere comunale. La Carazza morirà all’età di 68 anni il 20 Aprile 1879 a Pieve del Cairo. Un fatto curioso: la Carazza appare prima del matrimonio con Felice, madrina di due suoi figli e precisamente nel 1848 per Giovanni Antonio e nel 1855 per Ferdinando: che si sia trattata di una amica di famiglia? La discendenza di Teresa Maria Carazza che ho trovato a Mezzana Bigli é questa: figlia di Angelo Domenico e di Zacconi Domenica, terza di 3 figlie femmine, Rosa Antonia nel 1807, Rosa Antonia nel 1808, Teresa Maria nel 1810, la nostra protagonista. Un piccolo albero genealogico (la famiglia non é originaria di Mezzana in quanto prima del 1750, dei Carazza non vi é più alcuna traccia)
- la famiglia Carazza non è originaria di Mezzana Bigli
- CARAZZA ALESSANDRO (1750-?)
- CARAZZA Angelo Domenico (1780-?) con ZACCONE Domenica (1782-?) sposati nel 1806
- CARAZZA Teresa Maria (1810-1879) con DEGIORGI Felice (1820-1910) sposati nel 1867 – nessun figlio e nessuna discendenza con la Carazza (data l’età di entrambi).

LA BIBBIA DI FELICE DEGIORGI
Mi è venuto un flash e ho frugato nel mio passato (che strano … di solito non lo faccio mai...) Tra le tante cose che sto scrivendo sulla mia famiglia, ho un oggetto veramente bello che è una Bibbia che ha quasi 200 anni. Non è in buonissimo stato, la copertina probabilmente aveva preso umidità e si è tutta raggrinzita. Ma ha attraversato ben sei generazioni ed è arrivata fino a noi. E' appartenuta a Felice Degiorgi (1820-1910), il mio trisavolo. E' firmata e datata 1834, anno in cui Felice aveva 14 anni. Era un ragazzino quando aveva tra le mani questo oggetto ed è affascinante sfogliare dove proprio lui, 187 anni fa ha sfogliato.
Se guardo il frontespizio è un libro stampato dalla Stamperia Pietro Agnelli di Milano che, documentandomi un attimo, posso appurare che si tratta proprio di quel periodo e l’anno che Felice ha scritto, coincide con i fatti storici. Pietro Agnelli fa parte di una famiglia di tipografi milanesi e come mi dice la fonte (Enciclopedia Treccani) sarà l’ultimo della sua famiglia.
E la mente corre indietro di così tanti anni, quasi faticosamente, ad immaginare come fossero le nostre terre lomelline in quel periodo così lontano da noi. Questa bibbia ha sfidato i secoli, ha varcato il tempo e il lontano passato ha consegnato nelle nostre mani un oggetto veramente caro e importante per la storia della nostra famiglia. E Felice si firmava Filice, quasi a scriverlo in dialetto. Difatti, papà e tutta la linea generazionale dei suoi cugini lo chiamava “äl bisnònu Filicìn”. E lui così si firmava.
E noto con piacere che tutti i Degiorgi sapevano scrivere e Felice, dato che la Bibbia era la sua, sapeva anche leggere. Lo immagino ragazzino, 14 anni, che tra un lavoro e l’altro nella campagna di quel tempo, seduto all’ombra, sotto una grande pianta, a Cairo (perché Felice, dal Bùrg era arrivato a Cairo l’anno prima) a leggere alcuni passi della Bibbia e magari a recitare una preghiera, un’intenzione particolare. E quel ragazzino, Felice, assorto nei suoi pensieri, avrebbe mai immaginato di vivere così a lungo e vedere ogni cosa attorno a lui cambiare? Sinceramente non lo sapremo mai ...

Atto Battesimo/morte parrocchia Borgofranco del 1806:
sine nomine
Anno Domini ut supra die quarta Febrarj. Infants Georgj heri natus ex Petro Severino et Francisca Guarnaschelli, domique baptizato od Ostetrice Marianna vidua Dall’Ochjo ob mortis periculum paneas post hora ad celum evolavit cuis corpuscolum sepultum fuit in hoc cemeterio parsolutis prius de mora exequia per me rector Desiderius Arpiani.
Atto di Battesimo parrocchia di Borgofranco 1807:
Degiorgi Giuseppe
Anno Domini ut supra die vero duodecima Aprilis presbiter [1]Angelus Arpiani ex commissione mei rectoris Desiderius Arpiani baptizavit infantem natum teoria hora decima quarta ex Petro Severino et Francisca Guarnaschielli jugalibus cui nomen imposuit fuit Joseph. Patrini fuerunt Carolus Antonius Rigoni filio Dominici et Aloisia Torlaschi filia quad.ma Jgnatj ambo ad hac Parochia electi et idonei.
Atto di Morte della parrocchia di Borgofranco 1807:
Degiorgi Giuseppe
Anno Domini ut supra die vigesima Octobris. Joseph Degeorgj filium Petri Severini et Francisca Guarnaschelli jugal mensium sexti heri ad Caelum avolavit hora vigesima secunda ad mane cuius corpuscolum sepultum fuit in hac parochia cemeterio parsolutis prius de sacre exequie per le rector Desiderius Arpiani.
Atto Battesimo/morte parrocchia Borgofranco del 1813:
sine nomine
Anno Domini ut supra die decima sexta Junj. Infans Degeorgj filius Petri Severinus et Francisca Guarnaschelli vix natus mortus ad caelum evolavit cuius corpuscolum sepultum fuit in hac parochia cemeterio, persolutis prius de mortis exequie.
Atto di Battesimo parrocchia di Borgofranco del 1820:
Degiorgi Felice Fortunato
Anno Domini Mill.mo Octig.mo Vigesimo die vigesima prima Septembris. Ego Franciscus Bosio Rector baptezavi infante hac mane hora decima quarta natus ex Petri Severini et Francisca Maria Guarnaschelli jugalibus cui imposuit fuit nomen Felix Fortunatus. Patrini fuerunt Dominici Felix Arpiani et Angela Maria Grotti fil.Aloisii ad hoc idonei.
Atto di Battesimo della parrocchia di Borgofranco del 1819:
Sozzi Maria Santina
Anno Domini Mill.mo Octig.mo decimo nono die trigesima prima Octobris Ego Franciscus Bosio Rector baptezavi infantam hac nocte hora undicima natam ex Josepho Antonio Sozzi et Catharina Trabella jugalis cui nomen imposuit fuit Maria Santina, Patrini fuerunt Christophorus Zucchelli et Maria Grossi fil.Aloisj ad hoc idonei.
Dagli atti di battesimo parrocchia di Mezzana Bigli del 1810:
Carazza Maria Teresa
Anno D.ni Mill.mo Octig.mo decimo, die vero octava Septembris Ego P° [2]Jo Antonj Doglia huius P.ly Eccl. S.ti Jo Bapte loci Mezzane Biglie, et pertinentiarum Archip. baptizavi infantem natam hodie mane circa hora decimam quartam ex Dominico Carazza et Maria Dom.ca Zacconi jugalibus huius Parocie; cui impositum fuit nomen Maria Theresia. Sacro fonte suscepere Honoratus Mirabelli maritus q.m Maria Ant.a Dalera, et Maria Theresia Orlandi uxor Angeli Dominici Giuliani ambo huius Parocie idonei ac moniti.
Atto di Morte della Parrocchia di Pieve del Cairo, 1841:
Degiorgi Rosa Maria (nata Ferrante)
L’anno del Signore 1841 ed alli 10 del mese di Settembre nella parrocchia B.V.della Consolazione comune di Pieve del Cairo é stata fatta la seguqnte dichiarazione di decesso: il giorno 10 di settembre alle ore quattro di mattina nel distretto di questa parrocchia, in casa propria munita di santi sacramenti, penitenza ed eucaristia é morta Ferrante Rosa di anni diciannove di professione contadina, nativa di Mede Tortorolo e domiciliata nel comune di Pieve del Cairo, maritata con Felice Degiorgi. Figlia del vivente Michele Ferrante di professione oliaro domiciliato in Gambarana e della fu Teresa Nardi. Dichiaranti Giovanni Carlo Pennacchi d’età d’anni 45 domiciliato in Pieve del Cairo e Luigi Tenti d’età d’anni 28 domiciliato in Pieve del Cairo (questi segnò con croce perché illetterato come si dichiara. [3]Giovanni Cerra Prev.V.F.
Atto di Morte della Parrocchia di Gallia del 1866:
Sozzi Maria Santina
L’anno del Signore 1866 il giorno 25 del mese di Giugno alle ore otto pomeridiane in Casa Cavallini, munita di sacramenti, penitenza viatico ed estrema unzione e penedizione Papale é morta Santina Sozzi di anni 47 nativa di Suardi, domiciliata in Gallia figlia del fu Giuseppe e della fu Trabella Caterina, maritata con Felice Degiorgi.
Rettore Franco Doglia
Atto di Morte della Parrocchia di Pieve del Cairo del 1879:
Carazza Maria Teresa
L’anno del Signore 1879 il giorno 20 di Aprile alle ore 7 pomeridiane, in casa propria, munita si Santi Sacramenti é morta Teresa Carazza di anni 68, nativa di Mezzana Bigli e domiciliata in Pieve del Cairo, maritata con Degiorgi Felice. Figlia del fu Domenico e della fu Zucconi Domenica.
[4]Parroco Giuseppe Galassi
Atto di Matrimonio Parrocchia di Gambarana del 1841:
Degiorgi Felice e Rosa Ferrante
L’anno del Signore 1841 ed alli 11 del mese di Maggio nella Parrocchia di S.Pietro e Biagio comune di Gambarana, messe le tre pubblicazioni nella chiesa di S.Pietro e Biagio e nella parrocchia B.V.della Consolazione di Pieve del Cairo, alla presenza di me sottoscritto parroco é stato celebrato il matrimonio secondo il Rito di Santa Romana Chiesa tra DEGIORGI FELICE d’età d’anni venti circa nativo di Borgofranco domiciliato in Pieve del Cairo parrocchia B.V.della Consolazione figlio del vivente Pietro domiciliato in Pieve del Cairo e della fu Francesca Guarnaschelli e FERRANTE ROSA d’età d’anni 20 circa nativa di Tortorolo domiciliata in Gambarana parrocchia di S.Pietro e Biagio figlia di Michele Ferrante domiciliato in Gambarana e della fu Teresa Nardi. Testimoni furono Giuseppe Sozzi di anni 44 domiciliato in Gambarana e Siro Ferrante di anni 23 domiciliato in Gambarana.
Prev.Giovanni Cervi
Atto di Matrimonio della Parrocchia di Suardi del 1842:
Degiorgi Felice e Santina Sozzi
L’anno del Signore 1842 ed alli primo di Febbraio nella Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo in Borgofranco da me parroco sottoscritto é stato celebrato matrimonio tra FELICE DEGIORGI di anni 22, nativo di Borgofranco, domiciliato in Pieve del Cairo figlio del vivente Severino Degiorgi e della fu Francesca Guarnaschelli, vedovo di Rosa Ferrante, e SOZZI SANTINA, di anni 22, nativa di Borgofranco, domiciliata in Borgofranco, figlia del vivente Giuseppe Sozzi e della vivente Caterina Trabella. Testimoni: Giacinto Bellisoni e Giovanni Grossi.
Rettore Francesco Bosio
Atto di Matrimonio del 1867 Parrocchia Pieve del Cairo:
Degiorgi Felice e Maria Teresa Carazza
L’anno del Signore 1867, il giorno undici del mese di Novembre, messe le tre pubblicazioni nella parrocchia di Pieve del Cairo e in quella di Gallia alla presenza di me parroco sottoscritto, é stato celebrato matrimonio tra DEGIORGI FELICE, di anni 47, nativo di Borgofranco ora Suardi, domiciliato in Pieve del Cairo figlio del fu Pietro Severino e della fu Francesca Guarnaschelli gia vedovo di Santina Sozzi e CARAZZA MARIA TERESA di anni 56, nativa di Mezzana Bigli e domiciliata in Pieve del Cairo, figlia del fu Domenico e della fu Domenica Zacconi, gia vedova di Tenti Battista. Testimoni: Fosati Cesare e Brunoldi Giuseppe Antonio.
Parroco Giuseppe Galassi
Atto di Morte parrocchia di Pieve del Cairo del 1910:
Degiorgi Felice
L’anno del Signore Millenovecentodieci il giorno 15 del mese di Ottobre alle ore 13 pomeridiane, in Casa Eredi Cavallini, nella Parrocchia di Pieve del Cairo, munito di santi Sacramenti e benedizione, moriva Degiorgi Felice di anni novanta, figlio del fu Pietro (Severino) di professione contadino e della fu N.N. (era fu Francesca Guarnaschelli) di professione contadina. Nativo di Suardi, [5]vedovo di Santina Sozzi coniugi. Dopo le esequie il cadavere fu sepolto nel Cimitero di Pieve del Cairo il giorno seguente.
Prev° Gerolamo Avanza P.V.F.
[1] Angelo Arpiani commissionato ad effettuare il ministero battesimale dal rettore Desiderio Arpiani
[2] Giovanni Antonio Doglia, parroco di Mezzana Bigli in questo periodo.
[3] Giovanni Cerra, parroco di Pieve del Cairo dal 1824 al 1864, 40 anni di servizio alla parrocchia pievese, nato nel 1797 e morto nel 1864 all’età do 67 anni.
[4] Giuseppe Galassi, rettore.parroco di Pieve del Cairo dal 1864, cioé dalla morte di Giovanni Cerra, fino al 1883
[5] Alla voce “vedovo di” non viene messa l’ultima moglie che ha sposato e che é morta ma la seconda moglie, quella da cui ha avuto i cinque figli. Essendo stati probabilmente i figli a denunciarne la morte, hanno preferito ricordare la sua vedovanza con la loro effettiva madre (ma é comunque soltanto una mia ipotesi).