LE GENERAZIONI RICOSTRUITE / 6a. Paolo Degiorgi: il benefattore e l'Opera Pia

PAOLO DEGIORGI (1793-1850): IL BENEFATTORE E L'OPERA PIA SAN GIACOMO

 

PAOLO DEGIORGI (1793-1850)

Il benefattore e l’Opera Pia San Giacomo.

 

Avendo parlato, nello scorso capitolo 6° dei figli di Giulio Degiorgi e Maria Domenica Biancardi, vissuti a cavallo tra il ‘700 e l’800, parliamo ora di un personaggio importante, vissuto in questi anni, vale a dire GIAN PAOLO ANDREA DEGIORGI, poi conosciuto come PAOLO DEGIORGI nato a Borgofranco nel 1793 da Giovanni Degiorgi e Angela Falabrini (o Falabrina) e morto il 1°dicembre del 1850 in questo stesso luogo: egli fu un benefattore per il paese e lasciò ai posteri un ospedale di carità chiamato “Ospedale San Giacomo dei Pellegrini”, divenuto poi “Opera Pia San Giacomo”.

Ho già trattato in modo particolare nelle note di Jacopo Degiorgi (1578-1848), fratello di Ambrogio Degiorgi (1573-1643, mio ascendente diretto) ma l’ho menzionato soltanto insieme a molti altri nomi ed ha assunto poco significato. Voglio dedicare quindi un capitolo a PAOLO DEGIORGI che seppure non sia stato un ascendente diretto della mia famiglia ha avuto in comune la mia stessa origine.

Vediamo insieme la genealogia del benefattore attraverso questo chiaro schema genealogico, ricostruito allo scopo di chiarirne la discendenza:

 

  • Antonio (metà ‘500) con Marga Tur(…) la mia stessa origine
  • Jacopo (1578) con Margha (...) fratello di Ambrogio Degiorgi, mio ascendente diretto.
  • Giovanni (1618) con Augusti Domenica
  • Giovanni Giacomo Antonio (1639-1700) con Turcani Angela Maria
  • Giovanni Ludovico (1680) con Marta Fassina
  • Agostino Domenico (1721) con Lucia Bianchi (in seconde nozze)
  • Giovanni Paolo Maria (1759) con Angela Falabrini
  • GIAN PAOLO ANDREA (1793-1850) ovvero il benefattore Paolo Degiorgi

 

Paolo Degiorgi non si sposò, non ebbe figli legittimi. Pensò di lasciare la sua eredità per una giusta causa umanitaria e per il bene comune: Borgofranco, il suo paese.

Volle bene alla sua gente e la gente ha voluto bene a lui perché è stato molto riconoscente.

 

L’OSPEDALE SAN GIACOMO PRIMA DI PAOLO DEGIORGI

 

L’Ospedale San Giacomo dei Pellegrini (allora era così chiamato) fu fondato intorno alla fine del XIV° secolo ed aveva un discreto patrimonio terriero. Non si conosce il nome del fondatore ma, già dal 1418, risale una “nominatio et istitutio ministri hospitalis de Burgofranco” in altre parole, una nomina della persona incaricata di gestire questo ente ospedaliero. L’Ospedale é menzionato anche nella visita apostolica del 1460 da un canonico aquilano di Roma, Amico de’Fussolari, e dal vescovo di Pavia Giacomo Ammannati Piccolomini[1] (1460-1479): egli si limita a registrare di una chiesa dedicata a San Giacomo accanto alla quale sorgeva un ospedale governato da laici. Nel 1487 é governato da due “ospitalieri”, Giovanni e Francesco Laboranti. Molto dettagliata é anche la relazione della visita pastorale del vescovo di Pavia Ippolito de’Rossi[2] del 1565 dove menziona che “in detto ospedale erano ospitati i poveri di passaggio, per quanto non vi fosse letto alcuno, ed era disposto su di due piani”. La situazione dell’ospedale rimane immutata nel 1576, circa 20 anni dopo quando monsignore Angelo Peruzzi, vescovo di Pavia[3], relaziona durante la sua visita pastorale a Borgofranco quanto segue: “[4]l’ospedale era senza titolo, la sua sede era costituita da vetusti e rovinosi edifici ai quali spettavano soltanto di nome la qualifica d’ospedale...”

L’ospedale continua a prestare assistenza nella seconda metà del ‘700 quando il vescovo di Pavia Bartolomeo Olivazzi[5] nella sua visita pastorale a Borgofranco nel 1786 constatò che, in paese, esisteva un ospedale sotto il titolo di San Giacomo “[6]pro peregrinis transeuntibus per eumdem locum” (per i pellegrini che transitavano per questo luogo). L’amministratore pro tempore era nominato in base ad un accordo tra il rettore parroco, il sindaco del comune e i priori delle varie confraternite.

 

L’OSPEDALE S. GIACOMO AL TEMPO DI PAOLO DEGIORGI E DOPO

 

Nel 1841 la congregazione dell’ospedale era composta dal parroco Don Francesco Bosio, dal sindaco Costantino Abbove e dai signori Agostino Degiorgi, Angelo Abbove, Giovanni Casone, Giovanni Calvenzani e Giovanni Battista Torrazzi. Il Degiorgi venne a morte in questo stesso anno e fu nominato, al suo posto, il sacerdote Don Giuseppe Casone. Il Degiorgi defunto era parente di Degiorgi Paolo, notaio in Borgofranco e precisamente il suo primo cugino.

 

Degiorgi Paolo nel 1846 fu teste nella congregazione dell’ente e legò

al Pio Ospedale di Borgofranco, sotto il titolo di San Giacomo dei Pellegrini, tutti i suoi beni che esso testatore tiene nelli territorj di Borgofranco e Gambarana, nonché la pezza di bosco nelle fini di Bassignana, stata unita al territorio di Borgofranco come sopra, nonché tutti li mobili, per questi ultimi dovranno servire in seguito a vendita per il pagamento dei diritti tutti di successione dell’intera eredità di esso testatore intendendo e volendo il medesimo, abbiano le vendite di detti beni a distribuirsi in pubbliche elemosine ai poveri di detto Borgo e specialmente agli infermi e con facoltà, eziandio, di potere gli Amministratori di esso Ospedale in concorso delli nominandi esecutori testamentari prenderne regolare possesso senza dipendenza di alcuno, e disporne nel modo sopra indicato[7]”.

 

Il notaio Degiorgi morì il 1° dicembre 1851 e le clausole del suo testamento divennero immediatamente esecutive. Dopo l’acquisizione del legato, l’asse patrimoniale dell’Ospedale San Giacomo subì un notevole incremento, tanto che le sue rendite annue, ammontanti a L. 901,35 nel 1841, passarono a L. 2.586 nel 1861 (solo 20 anni dopo). L’istituzione, fu pertanto in grado di svolgere un’efficace attività assistenziale nei primi decenni dell’unità nazionale, e durante i due ultimi conflitti mondiali. Nel 1951 la rendita dell’ospedale, trasformato nel frattempo in Opera Pia San Giacomo era ancora notevole e la struttura, ancora adibita all’alloggio gratuito degli indigenti, possedeva 200 pertiche di terreno e ogni anno gli assistiti erano circa quaranta persone.

Per ricordare il benefattore insigne di Borgofranco, la popolazione, il comune, la parrocchia, gli enti dello stesso borgo non badarono a spese e fecero per lui cose straordinarie tanto che ci sono le testimonianze scritte che lo provano: intanto il sig. Giovanni Berri, sacerdote, nominato cappellano dell’ospedale San Giacomo ebbe l’ordine dal giudice di mantenere il cavallante, la guardia masionale e la persona di servizio Farina Roberto (che erano alle dipendenze del defunto Degiorgi notaio). Il cavallante portò il prevosto Francesco Agnelli alla casa del defunto Paolo Degiorgi.

 

Dichiara Don Berri di aver ricevuto “dalla persona del prevosto L.46 di Piemonte per i custodi dei cavalli, per gli altri uomini al servizio e L.5 di Piemonte per se[8]”. Una successiva spesa era quella della vestizione del cadavere: “Essendo morto resto abbandonato da tutti. Io Fassina Pietro mi ò datto subito alla premura di dimandare uomini suficienti per farlo vestire sicome il morto era molto pesante suplicando li signori ministratori del paese col Riverendo sinor Paroco e la ministrazione dell’oppere pie di volersi pagare come si conviene nel nostro paese li suddetti individui Fassina Pietro, Sozzi Luigi, Fugiaschi eredi e Conti Giovanni. L.7,50 di Piemonte[9].” Per il signor Francesco Fassina, “faligname, per aver fatto il locolo per daie sepoltura al defunto signor Paolo Degiorgi di fattura importo L.10 di Piemonte”. Fu usato anche molto materiale per la costruzione del loculo e lo stesso Francesco Fassina si rifornì dal muratore Barzizza Carlo, dal fornaciaio Paltenghi Rocco “per fare lo deposito del fu signor notaio Paulo Degiorgi al giorno 1 Xbre anno 1850[10]”. Il documento spiega anche in dettaglio quello che é stato usato: “n. 300 mattoni forti in L.22 per cadun, 3 moggie di calce forte per un prezo di L.3 cadun mogia, per manodopera e muratura L.10 e il manovale L.3, totale L.24,2 di Piemonte”.

 

L’amministrazione dell’ospedale e del paese non badò a spese e somministrò al negoziante Giuseppe Salio di Pieve del Cairo L.244,95 di Piemonte per “n.104 candele di cera del 36 e n.36 candele di cera del 30 per i funerali del signor notaio Degiorgi Paolo[11]”. E quando avvenne il funerale si fecero esequie in grande stile, a ricordo perenne di una persona che per Borgofranco aveva lasciato tutto quello che aveva per il proseguimento di un servizio ospedaliero destinato a diventare importante. Infatti, il giorno 21 gennaio 1851 il prevosto Francesco Agnelli[12] riceve L.288 di Piemonte per le seguenti spese: “L.195 per n.17 sacerdoti presenti alla funzione funebre, L.43,50 al parroco per funerale e ufficio settimanale, L.8 al sagrestano, L.5 alla chiesa, L.4 ai chierici in numero di quattro, L.15 all’organista per n.3 trasferte, L.3 al levamantici, L.4,50 alla Confraternita, L.4,50 ai seppellitori, L.1 per il muratore, L.4 ai quattro portatori del cadavere, L.3,50 per una benedizione al fu Sig. Degiorgi[13]”.

 

Ecco quanto fu fatto per lui:

Nel 1852, dall’intendenza di Mortara fu fatto il documento ufficiale della “divisione della pia eredità Degiorgi.”

Dal Prot° Generale n.399 div.3° copia lettera n.30 - OGGETTO: divisione della pia eredità Degiorgi

Mortara, 31 Gennaio 1852, il sottoscritto in risposta alla interpellanza contenuta nella nota in margine distinta, partecipa al sig. presidente della Congregazione di Carità di Borgofranco che a seguito della determinazione emessa dalla Superiore Autorità a riguardo della divisione della eredità Degiorgi, si rende necessario l’esaurimento dei seguenti incombenti, cioé: che la congregazione di carità, il consiglio delegato qual coesecutore testamentario del defunto notaio Degiorgi e la coerede vedova Berri, debbano in comune accordo nominare un perito per rilevare la stima dell’eredità suddetta e farne giurata relazione davanti al giudice del Mandamento in cui venne aperta la successione e presentare insieme alla perizia una divisione della eredità in quattro lotti con quella rifatta di prezzo taluno del lotti potrà meritare poiché vi sono delli immobili che non si propone equamente ripartire compiuta l’operazione, si trasmetterà a quest’Ufficio la relazione di Perizia Giurata e la proposizione di divisione amichevole colle analoghe deliberazioni delle parti interessate per la superiore determinazione. Nel caso poiché le parti non potessero ricettarsi d’accordo per la delegazione del Perito, spetterà al sig. Giudice del Mandamento la nomina, e ciò in coerenza per le analogie di quanto viene prescritto dall’art.° 1042 del Codice Civile. L’intendente VERGA.

Ma ecco cosa succede con il documento conclusivo dell’eredità, scritto dall’Intendenza della Lomellina

Prot° generale n.1696 n.133 divisione n.3 - OGGETTO: divisione dell’eredità Degiorgi

Mortara 3 giugno 1852, L’intendenza sottoscritta trasmette al sig. Presidente della congregazione di Carità di Borgofranco il Reale Decreto in data 28 maggio ult° p° col quale venne autorizzata la stessa congregazione a stipulare colla sig.ra MARIANNA DEGIORGI vedova BERRI la divisione della eredità del sig. Notaio Paolo Degiorgi nel modo convenuto con verbale 16 febbraio ult° p°. Prega quindi il sig. Presidente di dare le occorrenti disposizioni per la riduzione in pubblico del provento della suddetta divisione, al cui effetto si ritornano gli atti di questa pratica. Sarà poi cura di vigilare onde l’attivo e il passivo dell’eredità Degiorgi sia regolarmente proposto nel Bilancio preventivo del 1853. L’intendenza VERGA”.

 

L’eredità del notaio Degiorgi Paolo andò a buon fine e si costruirono e si migliorarono le funzioni operative dell’Ospedale. La coerede MARIANNA DEGIORGI, figlia di Giulio Degiorgi e di Maria Domenica Biancardi nonché la sorella dell’ascendente diretto della mia famiglia Pietro Severino Degiorgi (Borgofranco 1786-Gallia 1867) decise, insieme all’amministrazione dell’ente, le sorti dell’eredità del benefattore e tutto, andò a beneficio del paese, dei poveri e a favore della struttura ospedaliera chiamata Opera Pia Degiorgi e successivamente Opera Pia San Giacomo. Dal catasto dei terreni dell’anno 1854, si può notare l’estimo catastale pari al valore 562:2:1 (vale a dire 562 scudi, 2 lire e 1 ottavo). Le proprietà di quest’eredità erano tantissime ed interessavano molti terreni delle contrade del paese tra le quali: Santa Maria, Bezzo, Sant’Antonino, Balbiano, Maddalena, San Pietro, Madonna, Vernazza, San Martino, Travedo, Gabbazza, Motta, Cicogna, Isolone, Scorticabue[14]

 

 

 

 



[1] Giacomo Ammannati Piccolomini (1422-1479): 71° vescovo di Pavia dal 1460 al 1479 poi divenuto Cardinale.

[2] Ippolito de’Rossi (1531-1591): 77°vescovo di Pavia dal 1564 al 1691 poi divenuto Cardinale.

[3] Angelo Peruzzi è nei documenti rinvenuti, annotato come vescovo di Pavia ma, nell’elenco dei vescovi della città non risulta in quanto nel 1576 risulta vescovo ancora Ippolito de’Rossi (probabilmente è stato un vicario del vescovo ma non vescovo).

[4] Dalla visita Pastorale di Mons.Peruzzi di Pavia del 1565 custodita nell’archivio Parrocchiale di Pieve del Cairo.

[5] Bartolomeo Olivazzi: 92° vescovo di Pavia dal 1769 al 1791.

[6] Dalla visita Pastorale di Mons.Olivazzi di Pavia del 1786 custodita nell’archivio Parrocchiale di Suardi.

[7] Fagnani-Torti: Profilo storico sul Borgofranco di Lomellina, oggi Suardi, 1982 pagg.212-213 e storia dell’Opera pia S.Giacomo alle pagg. 207-208-209-210-211.

[8] Archivio Comunale di Suardi: carte diverse dell’Opera Pia S. Giacomo foglio n.2

[9] Documento Archivio Comunale di Suardi: Carte diverse dell’Opera Pia S. Giacomo, foglio 3

[10] Documento Archivio Comunale di Suardi: Carte diverse dell’Opera Pia S. Giacomo, foglio 4

[11] Documento Archivio Comunale di Suardi: Carte diverse dell’Opera Pia S.Giacomo, foglio 7

[12] Parroco di Borgofranco, successore di Francesco Bosio, predecessore del Teologo Gallaverna Valentino.

[13] Documento Archivio Comunale di Suardi: Carte diverse dell’Opera Pia S.Giacomo, foglio 9

[14] Sono i nomi delle contrade di Borgofranco durante la metà dell’800 e ancora oggi molte vie di Suardi si chiamano in questo modo: via Vernazza, Via Madonna, Via Scorticabue, via Motta, via San Pietro e altre ancora.