Il Cognome / Come veniva scritto il mio cognome?

COME VENIVA SCRITTO IL MIO COGNOME?
Molti sono i modi in cui una persona scrive il proprio cognome, ma nei documenti importanti, la correttezza di una parola o anche di una sola lettera può causare un riferimento ad un altro individuo e un errore anagrafico può rivelarsi, in certi casi, fatale (o magari fortuito).
Sul cognome DEGIORGI si sono fatte moltissime discussioni in quanto potrebbe essere scritto staccato o tutto unito.
L’origine del mio cognome, in base agli studi approfonditi dall’araldica Italiana intorno agli inizi del ‘900 per volere di un mio antenato Degiorgi Francesco (Pieve del Cairo 1881 - Barzanò 1909) stabilisce che l’origine del cognome sia Cecoslovacca, originato da un cavaliere della Moravia di nome Giorgio con la successiva stabilizzazione di molti membri della famiglia in Pavia e in Venezia, con notizie sicure a partire dall’anno 964. Il cognome, nella Repubblica Serenissima, assunse la forma locale veneziana di ZORZI o ZORDI e di questa famiglia molti erano nobili, cavalieri, condottieri, prelati, cardinali, consiglieri, capi d’arme, riformatori e persino un Doge[1]. Ma con il tempo la famiglia si divise in numerosi rami, uno dei quali (presumibilmente) si stabilisce intorno alla fine del ‘300 inizio ‘400 in Lomellina, nell’antico borgo di Borgofranco (Suardi). Cambiò la dialettica del cognome Zorzi che da veneziano fu pronunciato da tutti nel dialetto locale Giorgi (da qui De’Giorgi ovvero “proveniente dai Giorgi”)
In base alle ricerche intraprese nelle parrocchie non posso dire se il nome Degiorgi si scriva attaccato o staccato in quanto, all’epoca, vuoi per i parroci non molto colti, vuoi perché la gente parlava esclusivamente dialetto, vuoi per la poca considerata ufficialità dei documenti, si redigevano gli atti con moltissima approssimazione utilizzando, per convenzione, anche quel famoso “latinorum” che nessuno sapeva davvero bene ma che bisognava per forza utilizzare per redigere degli atti (perché la chiesa voleva così).
Ho visto svariate versioni del mio cognome lungo i secoli sugli atti degli archivi parrocchiali come:
Giorgii, Giorgi, De Georgj, Degeorgjjs, De Georgii, Georgj, Georgis, De’Giorgi, De Giorgi, Degiorgi
Sulle ultime due versioni ci sarebbe ancora da discutere: chi può dire che il cognome si scriva attaccato o staccato? Se si scriveva staccato il “DE” poteva, in alcuni casi associato ad un’apostrofo, indicare la provenienza da qualcosa o da qualcuno. Ma é anche vero che (nella mia ricerca l’ho notato in moltissimi atti) a Borgofranco e non solo, alcuni parroci succubi del “latinorum” amavano anteporre il suffisso “De” a tutti i cognomi che scrivevano. Ad esempio, esaminando certi miei antenati trovo il cognome Biancardi scritto De’Biancardis o Cavezali scritto De’Cavezalis e ancora Trotti scritto De’Trottjs.
Questo mi può far pensare che anticamente la mia famiglia era Giorgi senza alcun prefisso davanti e che siano state queste continue alterazioni latinizzate che avrebbero portato il mio cognome ad essere poi De’Giorgi (con l’apostrofo), De Giorgi (staccato e senza apostrofo) o Degiorgi (tutto attaccato come una unica parola). Con l’avvento delle anagrafi civili (e l’ufficializzazione dei documenti) si decisero le diciture giuste dei cognomi e le schedulazioni sempre più precise portarono a scrivere il mio cognome sempre nello stesso modo: DEGIORGI, tutto attaccato, che è il modo che uso io oggi per scrivere il mio cognome. Eccetto la firma di Giulio Degiorgi che la possiamo vedere staccata, sono in grado di dare testimonianze vere attraverso la scrittura dei miei antenati che firmavano il loro cognome tutto attaccato “Degiorgi”, quindi posso dire che da almeno 200 anni il mio cognome si scrive in questo modo.
[1] Il DOGE (dal latino Dux, inteso come comandante) era la massima autorità dello Stato (la repubblica Veneta); era eletto a vita ed era originariamente il rappresentante diretto dell’autorità imperiale. La figura del Doge cambiò con il progressivo evolversi della città e cominciò ad essere eletto da una assemblea popolare per mezzo di una votazione.Nel 1297, sotto il dogato di Pietro Gradenigo (detto il “Pierazzo”), predecessore del nostro antenato Marino Zorzi, avvenne quel che viene definita “la Serrata del Maggior Consiglio” ovvero la limitazione dell’accesso al governo alle sole famiglie patrizie: di queste famiglie patrizie gli ZORZI erano compresi.
Esempi concreti sono questi, le firme di ben sette generazioni:

Firma di Giulio Degiorgi (1762-1800)
Questa firma è stata trovata, quasi in modo casuale, fortuito, su un vecchio scritto del 1800, con la firma di lui. Tra l'altro Giulio, in questo anno, viene a mancare a soli 38 anni di età. Come sarà stato Giulio? Nessuno lo piò sapere ma da quello che possiamo capire, data la sua bella scrittura, che pur essendo un contadino (come tutti gli altri suoi predecessori e successori) sapeva sia leggere che scrivere.

Firma di Pietro Severino Degiorgi (1786-1867)
Di questo personaggio, il padre del mio trisavolo, si conoscono diverse cose. E' stato il primo Degiorgi a spostarsi. Da Suardi (allora si chiamava Borgofranco) venne a Pieve del Cairo, dapprima a Cairo, poi a Pieve del Cairo e poi a Gallia. Sapeva scrivere. Questa firma è la sua, è del 1842, e la si trova nell'atto di matrimonio del figlio Felice.

Firma di Felice Degiorgi (1820-1910)
Un fatto curioso: Felice Degiorgi si firmava anche Filice Degiorgi: ciò potrebbe essere la prova che questi, era chiamato in dialetto lomellino “Filicìn”, dato che alcuni miei parenti, ora deceduti, lo ricordavano con questo vezzeggiativo. Nessuna persona della mia famiglia (della stessa linea genealogica di mio padre, dei suoi fratelli e di tutti i suoi cugini) lo ha conosciuto: essendo morto nel 1910, nessuno di loro lo ricorda, nemmeno la più vecchia cugina di mio padre che era del 1907, Gisella Degiorgi: quando morì Felice (il suo bisnonno) aveva solo 3 anni. L’unico a poterlo ricordare poteva essere il suo pronipote ed omonimo Felice (Anselmo) Degiorgi (1903-1924) fratello di Gisella che alla sua morte aveva 7 anni. Sarebbero stati dei ricordi lontani di un bambino ma quantomeno reali ed attendibili. Sarebbe stato bello ed interessante che qualcuno avesse potuto parlare di lui, di qualche fatto che lo riguardava, data la sua lunghissima vita (90 anni). Di lui purtroppo non c’è nemmeno una fotografia e nel corso della mia ricerca le foto di famiglia che mi sono venute in mano sono state veramente tantissime. Più avanti, in questo libro, ne metterò molte ma purtroppo il nostro Felice Degiorgi manca all’appello e mi sarebbe veramente piaciuto sapere come era fatto fisicamente: avrà avuto sicuramente i baffi (tutti una volta ce li avevano), non sarà stato tanto grande, mi immagino un anziano seduto su una sedia impagliata in una vecchia casa, mi immagino una foto ingiallita ma comunque bellissima. Se qualcuno dei miei parenti, ma per ora non ho ancora trovato nessuno, ce l’avesse, mi piacerebbe veramente vedere il suo volto.

Firma di Giovanni Degiorgi (1843-1924)
E' il mio bisnonno, nato a Pieve del Cairo e sposato con Volpini Ercolina. Questa è la firma posta in calce al suo atto di matrimonio del 1867. Morirà a Pieve del Cairo nel 1924 a 81 anni. Si nota l'ultima lettera, la "i" di Giovanni che fa un ricciolo. Firmava così, aveva imparato a scrivere e a dare una sua "personale" impronta alla sua firma.

Firma di Luigi Degiorgi (1878-1965)
Era mio nonno. Io non l'ho conosciuto ma era un grande uomo. Umile, lavoratore, stimato e di sani principi. Questa è la firma rinvenuta nel suo atto di matrimonio con Gatti Teresa (mia nonna) che tra l'altro non sapeva scrivere. La firma è del 1908.
Mio nonno ha frequentato fino alla 3a elementare. Sapeva leggere, scrivere e fare i conti. Come tutte le persone di quell'epoca, era intelligiente ma non poteva studiare perchè, come tutti i ragazzi dell'800, doveva lavorare.

Firma di Adriano Degiorgi (1922-2008)
Tra tutte le calligrafie che ho visto, questa è una delle migliori. Adriano era mio papà e di lui ricordo tutto. Frequentò la quinta elementare, sapeva scrivere e leggere correttamente. Imparò anche l'inglese, lo studiò dopo la guerra, per corrispondenza.

Firma di Carlo Degiorgi (1971) - la mia firma

Firma di Simone Degiorgi (2002) - la firma di mio figlio